La procura della Repubblica a conclusione di indagini ha chiesto il rinvio a giudizio per 10 soggetti che la notte dell’8 ottobre scorso si resero protagonisti di un pericoloso della maxi rissa finita nel sangue. Il tutto era nato a seguito di un acceso confronto iniziato all’interno del bar della stazione di servizio GB Oil tra un gruppo di gelesi e alcuni soggetti di Licata innescatosi per le avances che il licatese Salvatore Giuseppe C. di 41 anni aveva rivolto a una ragazza di Gela, Debora P. In breve tempo la situazione degenerava, culminando in una violenta rissa che coinvolgeva due gruppi di contendenti. Neanche l’intervento delle forze dell’ordine era inizialmente riuscito a sedare i tafferugli rendendo pertanto necessario l’impiego di più pattuglie di carabinieri e polizia. Dopo che le forze dell’ordine non con poche difficoltà riuscivano a sedare la rissa sopraggiungeva sul posto Paolo Quinto D.G, fratello di un’altra giovane donna presente e contesa, il quale nonostante la presenza delle forze di polizia si avvicinava al licatese Salvatore Giuseppe C. e faceva fuoco da brevissima distanza con una pistola munita di silenziatore, ferendolo gravemente e colpendo di striscio anche un infermiere intervenuto a prestare i primi soccorsi conseguenti alla rissa. Solo il repentino è coraggioso intervento di uno dei Carabinieri impediva che Paolo Quinto D. G. riuscisse a uccidere il rivale (almeno questo sarebbe stato nelle sue intenzioni, secondol’accusa) il rivale. Un potenziale omicidio che sono il coraggio di un Carabiniere riusciva a bloccare, disarmando il giovane con la pistola in pugno. A conclusione di indagini la procura ha esercitato l’azione penale con richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di tutti i dieci soggetti coinvolti. In particolare, secondo secondo l’ipotesi accusatoria, Paolo Quinto D.G. avrebbe compiuto atti idonei diretti in modo non equivoco a cagionare la morte di Salvatore Giuseppe C. e di Michele C. anche quest’ultimo di Licata, mentre le confronti dei restanti indagati è stato esercita l’azione penale per il reato di rissa e lesioni personali conseguenti alla partecipazione alla rissa. Salvatore Giuseppe C. risponde anche di resistenza a pubblico ufficiale.