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INCHIESTA | Operazione «H20»

Gela: furto d’acqua, emesse 26 misure cautelari. Il procuratore Asaro: «Creata una rete idrica parallela»


di Redazione

Gela: furto d’acqua, emesse 26 misure cautelari. Il procuratore Asaro: «Creata una rete idrica parallela»
cronaca
4 Ago 2021

«Siamo in territorio al confine tra Butera e Licata, territori particolarmente effervescenti sotto vari profili criminali e con questa misura che è stata oggi applicata in fase di indagine preliminare sono stati individuati 26 indagati, proprietari o gestori di aziende agricole, soprattutto in zone di Butera, che operavano con furti veri e propri agganciandosi alla condotta idrica Gela-Aragona». Lo ha detto il procuratore di Gela, Fernando Asaro.

L’indagine.

«Ciò provocava – dice ancora Asaro – una drastica riduzione della portata che partendo da 75 litri al secondo, arrivava a Licata soltanto con 2/3 litri al secondo».

L’operazione, eseguita alle prime luci dell’alba, ha portato all’emissione di 26 misure cautelari nei confronti di altrettante persone accusate a vario titolo di furti aggravati di ingenti quantità di acqua potabile dalla condotta che alimenta diversi comuni, tra cui Gela.

«Tutto questo – afferma il procuratore – è stato scoperto grazie alla collaborazione di Siciliacque che, dopo aver constatato questi furti, ha fatto denuncia contro ignoti e soprattutto grazie ad attività tecniche di intercettazione e attività finalizzate ad individuare i punti da dove questi imprenditori attingevano l’acqua. Attraverso degli scavi abbiamo poi scoperto che esisteva da tempo una vera e propria rete idrica parallela che partiva da alcuni punti della condotta per poi giungere agli invasi nella disponibilità dei proprietari terrieri o gestori di queste aziende. Queste persone erano in contatto telefonico tra loro anche per direzionare l’acqua potabile in questo o quel territorio a seconda delle esigenze che erano emerse nel corso dell’attività illecita fino a questo momento accertata».

Il comunicato della Polizia.

Sono 26 gli indagati nell’operazione «H20», ai quali vengono contestate, a vario titolo, le ipotesi di furto aggravato di enormi quantità di acqua potabile immessa nella condotta idrica Gela–Aragona, infrastruttura gestita da Siciliacque. Le condotte contestate sono tutte aggravate dalla commissione del fatto con violenza sulle cose e dirette ai danni di infrastruttura destinata a pubblico servizio ed utilità.

I 26 indagati, destinatari del provvedimento, sono stati sottoposti alla misura cautelare del divieto di dimora e di accesso presso le aziende agricole da essi gestite o nelle quali collaborano; 14 di essi, inoltre, sono stati anche sottoposti all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria competente per territorio di residenza.

Tra i destinatari del provvedimento cautelare vi sono 12 soggetti indagati per associazione a delinquere finalizzata al furto aggravato, mentre ulteriori 2 soggetti sono indagati rispettivamente per i delitti di favoreggiamento e violenza privata.

La condotta idrica Gela-Aragona, infrastruttura di interesse pubblico gestita da “Siciliacque” S.p.A., strumentale all’assolvimento della nevralgica funzione di fornitura idrica, per usi potabili, nell’area della Sicilia sud-occidentale, ormai da tempo è interessata da fenomeni furtivi di acqua ad opera di ignoti, messi in atto mediante danneggiamento della stessa infrastruttura con installazione di annesse derivazioni abusive dirette verso alcune imprese agricole insistenti nell’area di riferimento e dedite prevalentemente a colture in serra.

Si constatava che la parte maggiormente significativa dell’attività predatoria ricadente sulla condotta idrica, ubicata parallelamente alla S.S. 115, veniva posta in essere in seno ai territori di Butera e Licata, area ove insiste un elevato numero di aziende agricole dedite a colture intensive.

Per quanto rappresentato, l’esigenza di approvvigionamento idrico delle attività produttive ora menzionate ha sempre richiesto volumi di acqua decisamente elevati e la presenza della vicina condotta idrica, di proprietà di Siciliacque S.p.A., ha suscitato negli imprenditori dell’area di riferimento desideri di ripetuti ed illeciti rifornimenti idrici.

La Procura della Repubblica di Gela, al fine di porre un deciso argine all’imponente fenomeno criminoso, avviava serrate indagini, delegando al Commissariato di P.S. l’espletamento delle relative attività.

Più nel dettaglio, nel corso dell’attività investigativa si poteva appurare come gli imprenditori agricoli avessero realizzato una rete idrica clandestina, occultata nel sottosuolo, attraverso la quale prelevare illecitamente l’acqua destinata alla pubblica fruizione al fine di soddisfare le proprie esigenze irrigue; svariate le tecniche impiegate dagli indagati al fine di eludere ogni responsabilità nell’eventualità di controlli di polizia.

L’attività d’indagine, sviluppatasi e conclusasi essenzialmente nell’arco di un anno, attraverso una costante e scrupolosa direzione da parte della locale Procura della Repubblica, restituiva molteplici riscontri di natura oggettiva in ordine alle condotte contestate, disvelando una serie allarmante e continuata di furti aggravati di acqua potabile.

A decorrere dal giugno 2020, la società Siciliacque metteva in atto una serie di iniziative, volte ad arginare l’imponente fenomeno furtivo, costantemente monitorato dagli organi inquirenti.

In concomitanza all’attività messa in atto dall’ente privato, la Questura di Caltanissetta, in ottemperanza a quanto disposto in seno ad un tavolo tecnico promosso dalla locale Prefettura, predisponevano mirati servizi di ordine e sicurezza pubblica, finalizzati a permettere il regolare svolgimento degli scavi effettuati da Siciliacque S.p.A.

La Procura della Repubblica di Gela, quindi, sulla base delle risultanze investigative emerse presentava in tempi celeri richiesta di misure cautelari al G.I.P., il quale, valutate le risultanze dell’attività d’indagine, emetteva l’odierno provvedimento nei termini sopra evidenziati.


Redazione
Today 24 è un quotidiano on line indipendente, fondato nel 2014 da Massimo Sarcuno. Ogni giorno racconta i fatti e le notizie di Gela, Niscemi, Riesi, Butera, Mazzarino e di molti altri comuni del comprensorio. In particolare l’area del Vallone.