Marianopoli, Sos del comparto agricolo. Trattori in strada per protesta: la Regione ci aiuti
di Redazione
Monta la protesta nel cuore della Vallone: il granaio della provincia lancia un grido d’allarme che parte da Marianopoli e riecheggia in tutti i comuni vicini. Che ha il suono del ruggito dei suoi trattori. I mezzi oggi erano in sosta, sulla via Nazionale SS121, la Guglielmo Marconi, coi motori spenti e gli uomini a braccia conserte, lontano da quei campi che curano ogni giorno con sudore e abnegazione. Il crollo del prezzo del grano e l’aumento esponenziale dei costi, a iniziare dai fitosanitari, rischia di mandare in bancarotta braccianti, padroncini e un intero territorio. Sul viale Marconi campeggia uno striscione: agricoltori e allevatori Marianopoli. Alla loro testa, dando piena solidarietà ai manifestanti, stamane c’era il sindaco, Salvatore Noto.
«Se nessuno – dice – ascolta l’appello di questi lavoratori possiamo chiudere il paese per “fallimento”. Con l’aggravante che il problema non riguarda solo Marianopoli, ma un intero comprensorio».
Sindaci e agricoltori si sono fatti sentire in Regione, senza un decreto «ristori» pensato ad hoc, il comparto rischia il baratro. Molti colleghi stamane hanno espresso solidarietà a Noto e ai suoi concittadini.
Si era partiti con una previsione di prezzo del grano di circa 60, 65 centesimo al chilo. Ma il crac al mercato reale è stato devastante: 30 centesimo al chilo a causa dei prodotti importati. Navi porta container che arrivano da chissà dove cariche di frumenti privi di tracciabilità o garanzia: è l’aspetto tossico della globalizzazione. A questo dato si assomma il costo dei fitosanitari, aumentati del 200-300 per cento, e del gasolio “agricolo”, oramai su prezzi vicini all’euro e 40 al litro. Un mix di fattori che rischia di mandare a gambe all’aria l’intero comparto.
«Qua – dice Noto – non è una questione di campanile, né di simpatie o antipatie politiche. Se questi produttori si arrendono la Sicilia perde la spina dorsale. Invito i cittadini della provincia a non lasciare soli questi agricoltori. La Regione deve fare qualcosa per sostenere questi lavoratori, le nostre aziende. In caso contrario non possiamo che mettere la scritta “fallimento” e starcene tutti a casa».
Perché i timori di Noto, degli altri sindaci del Vallone, solo più profondi, e guardano al futuro, ai giovani, al processo di emigrazione e disgregazione sociale che ha svuotato e continua a svuotare borghi meravigliosi e terre ricche e amene. Dove nascono grandi vini, si producono legumi dop, e il grano è tra i migliori dell’Isola. Un patrimonio da difendere. Il rischio di un default socio economico è dietro l’angolo.
«No, non possiamo permetterlo – le parole di Noto – per questo siamo qui a lottare al fianco dei lavoratori».