Gela: caffè e brioche, la domenica, come se nulla fosse. E con una base di circa duemila positivi, c’è il rischio zona rossa
di Redazione
Gli esperti di statistica, ovviamente, ci perdonino. Non abbiamo alcuna pretesa di fornire un dato scientifico. Ma ragionando sull’ultimo screening, scopriamo che il 3 per cento della popolazione potrebbe essere affetto da coronavirus. Inconsapevolmente. Lo rivela il risultato degli ultimi due giorni di test rapidi.
Sono stati infatti quasi 480 i cittadini sottoposti a tampone antigenico nelle ultime 24 ore: 14 positivi. Il che, allargando la base statistica all’intera popolazione, ci dà un numero di circa 2.300 potenziali positivi. Ben che vada. Ora, ripetiamo, questa valutazione non pretende di avere validità statistica. Non disponiamo del campione, età, eventuale presenza di sintomi. Ma ci consegna un dato. Che presenta un aspetto positivo, ossia, il basso rapporto tra tamponi eseguiti / positivi (il 3 per cento, ben al disotto del 15-20 per cento nazionale). E poi un aspetto molto negativo, legato ai comportamenti. Possiamo, come comunità, avendo 327 positivi conclamati e una base di oltre 2.300 potenziali (e inconsapevoli) contagiati, continuare a giocare con il fuoco? Rischiare una «zona rossa» solo perché non riusciamo a portare la mascherina o non sappiamo rinunciare a caffè e brioche davanti al bar sul lungomare, assembrandoci, come nulla fosse?
Questa riflessione non ha carattere statistico e neppure medico.
Ma impone attenzione. Stamattina, in redazione, siamo stati sommersi da segnalazioni e foto di assembramenti. Soprattutto sul lungomare.
Ieri avevamo avuto l’impressione di una minore presenza di gente. Molti li avevamo visti (e fotografati) con la mascherina. Molti di più rispetto alle immagini impietose di domenica scorsa.
Oggi, invece, ci è stato riferito di gruppi che acquistavano cappuccino e croissant sul vassoio per poi consumarli di rimpetto al bar. Se davvero vogliamo aiutare i nostri commercianti, acquistiamo e consumiamo poi a casa. O comunque rispettando le distanze. Perché così, i commercianti non li aiutiamo. Se aumentano i casi, chiudono tutto.
Ci hanno detto anche di passeggiate in piazza senza mascherina. A Macchitella, perfino lungo la pista ciclabile. Sono piccole (piccole?) violazioni del Dpcm. Non ci sentiamo di condannare nessuno. Non siamo sotto stato di polizia. Ma una considerazione va fatta. Lo spirito del Dpcm non è quello di “fregare le norme” ma di “fregare il virus”.
Con 327 positivi e una base di 2.300 potenziali contagiati inconsapevoli, l’ipotesi zona rossa è dietro l’angolo. Sarà solo questione di giorni.
E condurrà la città, le attività economiche a un passo dal baratro.
Evitiamolo. Possiamo. Con il nostro comportamento responsabile.
(Nell’immagine grande in alto una foto di repertorio – Foto Google)