Le false notizie hanno le gambe corte. Una tra tutte, quella dell’assenza di controlli. Se la domanda è quanti carabinieri, poliziotti e finanzieri servono per controllare i gesti e le azioni di una città di 77 mila abitanti la risposta è… 77 mila, un poliziotto per ogni cittadino.

Se invece, ragionevolmente, vogliamo tenere conto dei circa duecento uomini (forse qualcosa in più) che compongono l’organico dei tre principali corpi di polizia, che tra i loro compiti non hanno certamente quello di vigilare sulle mascherine, possiamo dire che i controlli ci sono. E sono pure efficaci. I Carabinieri, solo nel primo giorno di vigenza, del Dpcm hanno denunciato un tizio che andava in giro pur essendo positivo e ne hanno multato un altro perché aveva violato le norme su uso di mascherina e orari (fonte, comando provinciale). La Polizia di stato nella sola Niscemi, dal 6 novembre, ha pizzicato e multato una ventina di trasgressori. Quanto ai controlli, volendo toccare con mano, Today24, come spesso accade, ha preso macchine da presa e buona volontà, “fotografando” ciò che accade. E registrando che le pattuglie impegnate sul territorio erano in numero notevole. Siamo riusciti a immortalare un’Alfa «Giulietta» della Compagnia Intervento Operativo (Cio) del 12° Reggimento Carabinieri Sicilia che in queste settimane opera a Gela, a supporto dei militari del Reparto Territoriale. I carabinieri hanno fermato “a sorpresa” diverse persone sul lungomare. Scatto di nascosto anche per una pattuglia del Commissariato di Polizia, impegnata i controlli sul corso Vittorio Emanuele. Ne abbiamo viste anche della Finanza e della Municipale, senza riuscire a scattare foto (pazienza, ci riproveremo).

I controlli, dunque, ci sono. E prima di invocare una città militarizzata dovremmo essere noi cittadini, tutti insieme, ad avere comportamenti più responsabili: mascherina, sempre; distanza, sempre. Provando a uscire da casa solo per le cose essenziali: fare la spesa, gli acquisti consentiti (anche in bar e ristoranti), secondo le modalità e negli orari consentiti. E andare a lavoro e a scuola. Agli abbracci, al momento, dobbiamo rinunciare, nella speranza di poterci riabbracciare tra qualche settimana. A emergenza conclusa.