Critiche all’ex city manager del Comune di Gela, tutti assolti. Il Tribunale: «Esercitarono diritto di critica»
di Redazione
Tutti assolti: non fu diffamazione, hanno esercitato il diritto di critica. Questo in estrema sintesi e con le dovute differenze nelle varie posizioni processuali il verdetto emesso stamattina dal Tribunale (giudice Miriam d’Amore) nei confronti dell’ex presidente del Consiglio comunale, Peppe Di Dio, e per due dirigenti del mondo ambientalista, Emanuele Amato, presidente di «Amici della Terra» e Saverio Di Blasi, presidente di «Aria Nuova».
La vicenda risale a parecchi anni fa, quando a capo della burocrazia comunale, per un periodo, ci fu l’ingegner Renato Mauro, in veste di city manager del comune.
Con una lettera inviata ai vari organi del Comune venivano messe in discussione le capacità gestionali di Mauro, con chiari riferimenti ad alcune vicende professionali, quali, ad esempio, la presidenza di una banca locale, che si erano concluse con risultati poco lusinghieri – a detta dei firmatari – riguardo alla gestione del manager.
Il tono della lettera era stato tutt’altro che tenero nei confronti dell’ingegnere, già dirigente in vari settori del Comune.
Oggi la sentenza. Tutti assolti: diritto di critica.
La posizione più esposta era quella di Di Blasi, il quale – stante all’accusa – aveva condiviso la lettera attraverso un post diffamatorio su una pagina Facebook. Anche in questo caso il magistrato ha assolto l’imputato in quanto l’accusa, durante il dibattimento, non avrebbe offerto la prova rigorosa della colpevolezza del presidente di Aria Nuova, ossia, che fosse stato realmente lui a pubblicare quel post, quello sì, dal contenuto diffamatorio.
Amato era difeso dall’avvocato Joseph Donegani, Di Blasi dall’avvocato Salvo Macrì, Di Dio, dall’avvocata Liliana Bellardita.