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Polizia di Stato

Gela: la bella carriera del questore Mariani, ex capo dell’Anticrimine del commissariato


di Redazione

18 Nov 2020

Paolo Mariani, ex capo dell’Anticrimine del Commissariato di Gela, è stato promosso al grado di questore. La nomina risale a qualche giorno fa. Una notizia che ci ha fatto tornare indietro negli anni, a quando, il funzionario di Polizia, arrivò in una Gela dilaniata dalla faida mafiosa. Barbetta crespa e occhio scaltro, fece subito intendere di che pasta fosse fatto.

Poco più che ragazzo, fresco di «accademia» e con le stellette di vicecommissario appena appuntate sull’uniforme, impresse subito nuova linfa prima alla squadra Anticrimine di Gela, all’epoca ancora in via Tamigi e, poco dopo, al neo istituito commissariato di Niscemi. Di che stoffa fosse fatto l’avevano colto i suoi primi colleghi, il dirigente dell’epoca, Salvatore Lanzaro, (poi questore di Cosenza), Beppe Lanaia (oggi capo della PolAria di Catania), Cristiano Tatarelli (oggi Vicario del questore di Milano) e Giampiero Lionetti (oggi capo della Digos di Roma), i quali, nel giorno del trasferimento a Niscemi, gli vollero donare una targa ricordo: «Al futuro questore con affetto». Era il 1992 e furono facili profeti.

La sua è infatti una carriera di prim’ordine. Il più giovane funzionario ad assumere il grado di Primo Dirigente (a soli 36 anni) e adesso promosso al grado di questore.

«Il dottor Mariani vicario del Questore della Spezia, è stato promosso alla qualifica di dirigente superiore», recita il comunicato. La notizia lo ha raggiunto mentre era intento alla sua ordinaria attività d’ufficio, a La Spezia, dove ha prestato servizio per oltre 4 anni, collaborando prima con i questori Grillo e Di Ruberto e poi con l’attuale questora, Silvia Burdese.

Leccese, classe 1966, Mariani ha cominciato la sua carriera nella Polizia di Stato dall’Istituto Superiore di Polizia, frequentando il corso quadriennale per vicecommissari dal 1985, al termine del quale è stato assegnato a Gela.

Erano gli anni della guerra di mafia. Cosa Nostra e Stidda si lasciarono dietro 120 omicidi. Mariani in quegli anni è sul campo, a dirigere indagini, risolvere rebus, tentare di porre un freno a quella scia di sangue.

Il suo acume non sfugge ai vertici della Pubblica Sicurezza che, appena ventiseienne, lo mandano a dirigere l’appena istituito commissariato di Niscemi. E lì, nel 1996, coordina le indagini sull’efferato omicidio del gioielliere Salvatore Frazzetto, ucciso dalla mala per non essersi piegato a una richiesta di estorsione, e del figlio Giacomo, assicurando alla giustizia gli autori del sanguinoso delitto.
Poco dopo viene trasferito a Caltagirone e poi nuovamente a Niscemi. Poi Tarquinia (VT) e la svolta nella carriera: supera il concorso per Primo Dirigente a soli 36 anni nel 2002, con la conseguente assegnazione alla questura di Prato, a capo della divisione Anticrimine.
Dal 2005 al 2013 ha diretto il commissariato di Carrara, dopo è stato nominato vicario del questore di Savona, impegnandosi tra l’altro in prima persona in servizi di ordine pubblico per manifestazioni di protesta, particolarmente impegnativi. Infine Liguria, La Spezia, dove è giunto nel luglio 2016 e si appresta a rassegnare il saluto d’ordinanza il prossimo I dicembre quando, con il grado di dirigente superiore (questore), assumerà l’incarico di ispettore generale presso l’ufficio Centrale Ispettivo del dipartimento di Pubblica Sicurezza.

Al neo questore Mariani l’abbraccio della redazione di Today24 e, più in generale, quello di una collettività (i gelesi) che lo ha sempre stimato. Una città nella quale ha legami affettivi ma anche l’immutata stima di ex colleghi e amici. I quali, al di là dell’eccellente poliziotto, in lui, hanno sempre visto una persona di grandi valori umani.

In bocca al lupo, signor questore.


Redazione
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