Niscemi: «Libere dagli stereotipi», no ai luoghi comuni sulle donne. Conferenza dibattito con sindaci ed esperti
di Alberto Drago
“Libere dagli stereotipi – No ai luoghi comuni sulle donne”. Questo il tema di un incontro organizzato dal 2° Circolo didattico di Niscemi e dalla scuola Luigi Capuana di Gela diretti dalla professoressa Agata Gueli che si è svolto mercoledì pomeriggio in diretta streaming nel canale You Tube dell’Istituto Capuana di Gela in occasione della ricorrenza della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
Un incontro moderato dalla professoressa Agata Gueli nel quale sono intervenuti i sindaci Massimiliano Conti di Niscemi e Lucio Greco di Gela ed hanno relazionato sul tema Francesco Pira (sociolgo e docente di comunicazione Università di Messina), Elisabetta Rita Pasqualetto (psicoterapeuta e docente Università pontificia Auxilum Roma) e Monica Bebilacqua (autrice, regista, attrice e docente di lettere a Roma).
“Con quell’abbigliamento che s’aspettava…. gli uomini sono tentati….se l’è cercata…. portava la minigonna…è andata con tanti uomini…uno in più..”
Questi gli stereotipi con i quali si indicano spesso le donne oggetto di violenze e come quasi a volere giustificare gli atti di crudeltà che subiscono.
Aspetti che sono stati trattati ed approfonditi nell’incontro, unitamente alla violenza psicologica sulla donna, alla quale vengono attribuite le responsabilità di un rapporto malato, quando poi è l’uomo che non avendo coscienza di sé, si accanisce violentemente contro la donna.
Si è anche parlato delle vendette che un tempo si lavavano con cappa e spade e che oggi si consumano sui social, a colpi di video osè e dove un amore finito assume la connotazione di libertinaggio al femminile.
Argomenti di grande attualità che stando a cuore alla dirigente scolastica Agata Gueli, hanno offerto notevoli spunti di riflessione e maturazione come il Revenge porn, lo ‘Slut shaming’, il ‘Victim blaming’.
Vendette porno che indicano la condivisione pubblica di immagini o video intimi tramite Internet con o senza il consenso dei protagonisti e comportamenti che fanno sentire una donna inferiore e colpevole.
Sono state puntualizzate le lotte difficili contro le violenze sulle donne che è necessario fermare con azioni di prevenzione, con progetti educativi e formativi, con politiche sociali che devono promuovere l’uguaglianza di genere, i servizi di sostegno e soprattutto le denunce necessarie per consegnare gli uomini violenti ed i carnefici nelle mani della giustizia.