Il mistero dei cestini scomparsi e della buccia di banana galeotta Idiosincrasia di una città per il decoro
di Redazione
Un nuovo mistero si fa strada in città: la scomparsa dei cestini. Nessuno conosce il motivo, non ci sono evidenze di una qualche mano aliena. No, è sempre la stessa storia, l’inciviltà. Il caso ci viene segnalato da un nostro lettore, trovatosi ieri con una buccia di banana che voleva semplicemente gettare nel cestino e non abbandonare in strada. Ma la buona volontà è valsa a poco, di cestini nella zona in questione (la via Recanati), non ce n’era neppure uno. Anzi, in realtà uno c’era, piegato su se stesso e ricolmo di rifiuti. Poi il nulla. Il nostro lettore indispettito ci racconta di avere provato a capire meglio e solo a uno sguardo più attento ha notato che in realtà i «paletti» reggi cestino c’erano ancora: mancavano solo i «recipienti» in acciaio.
Mistero inspiegabile? Mano aliena? Magia di una notte?
No, è bastato chiedere qua e là per scoprire che tempo fa un residente, indispettito dal fatto che «gli gettavano la cartaccia (e pure qualche sacchetto coi resti dell’anguria) vicino casa» ha preferito semplicemente… smontarlo e gettarlo via.
All’altro residente il cestino dava invece noia per il parcheggio dell’auto, quell’altro lo ha semplicemente svitato perché il furgone della Tekra faceva rumore di notte. Insomma, perle di inciviltà.
Bene, stante così le cose, ci passi una considerazione. Va bene le difficoltà del servizio, la Tari, il sindaco X che può piacere, l’assessore Y che può starci meno simpatico. E Renzi e Conte, i populisti e i sovranisti.
Ma di fronte a gente che sfascia i cestini semplicemente perché ce li ha sulle scatole… è veramente troppo.
Del resto siamo abituati a questo tipo di urbano sopruso.
Ci raccontano di panchine pubbliche «prelevate» in centro storico perché servivano in campagna, di bevai del Consorzio «smontati» perché a qualcuno necessitavano le lastre di pietra bianca. Perfino di cabine telefoniche divelte e portate a casa per usarle come capanno degli attrezzi.
E forse – a questo punto – di cestini dei rifiuti riciclati come vasi su cui piantare il prezzemolo.
Misteri e miserie di una città dalle mille risorse, spesso offuscate da inciviltà e scarso senso civico.