I cento anni dello «Scrittore Alieno»
di Redazione
Leonardo Sciascia nacque di sabato, esattamente un secolo fa, nell’entroterra della provincia agrigentina. Scrittore, giornalista, drammaturgo, poeta, politico, critico d’arte e insegnante italiano che meglio di tutti ha saputo descrivere con ineccepibile talento la sua Sicilia e le sue ombre, infatti, l’intellettuale si è servito della letteratura per raccontare, spiegare e denunciare i segreti e i meccanismi di potere nella sua terra, a partire da quello mafioso che tutto contamina (e si ricordano opere come “Il giorno della civetta” e “A ciascuno il suo”) e poi, allargando la sua paziente esplorazione, nell’Italia democristiana e socialista in genere (e citiamo “Il contesto”, “L’affaire Moro”). Sciascia è stato considerato l’ultimo seguace di Voltaire, un libero pensatore, immenso e fortemente irregolare. Il “pensiero” che si può ricavare dall’eterogeneità dei suoi scritti narra di uno Sciascia avvezzo all’uso della ragione di matrice illuminista ma aperto all’inspiegabile e al conto che non torna. La figura dell’analista politico dà inspiegabilmente spazio al poeta, ossia all’anima composta di molte anime, di ripensamenti e di continue verifiche. Senza tale consapevolezza sarebbe difficile attribuire allo stesso autore testi come “La scomparsa di Majorana” e “Candido ovvero un sogno fatto in Sicilia” per l’inversione prospettica con cui sono composti. La modifica camaleontica del punto di vista rendono Sciascia un intellettuale unico. In un’epoca di forti contraddizioni, Sciascia – il cui centenario dalla nascita piomba in un momento storico davvero “sciasciano” – sembra aver previsto, con straordinaria chiaroveggenza che la «sicilitudine», neologismo coniato dallo stesso intellettuale in suo saggio, è un universale dell’essere umano, e consiste nel mantenere acceso il lume della speranza nonostante la paura e le illusioni.
Oggi si celebra il genio di quell’uomo di Racalmuto e l’8 gennaio, come sostiene Samonà, saggista e politico italiano, è una data fondamentale per la Sicilia e per L’Italia intera, perché nacque un eretico, libero dalle logiche delle ideologie dominanti, da ogni genere di conformismo e di aderenza con il potere.
(I.M.)