Quel muro di silenzio e omertà che appariva incrollabile inizia a dare qualche segnale. Era stato inaugurato il 9 gennaio dello scorso anno, presente il prefetto, Cosima Di Stani, le massime autorità della provincia e alcuni rappresentanti simbolo della lotta al racket e alla mafia in Sicilia.

«Notiamo primi timidi segnali – dice Eugenio Di Francesco, responsabile di Rete per la Legalità Sos Impresa di Caltanissetta e Agrigento – le segnalazioni arrivano. La gente inizia a rompere il muro del silenzio. Non non facciamo altro che girare le segnalazioni alle forze dell’ordine. Chi denuncia viene tutelato, resta dietro l’anonimato». Le ultime segnalazioni sono recenti. Sono state imbucate nella cassetta del Muro del non silenzio nei giorni scorsi. Il contenuto, ovviamente, è coperto dal massimo riserbo. Rete per la Legalità si offre di far da tramite rispetto a chi per paura non riesce a metterci la faccia. Qualcosa si muove. Non solo in provincia di Caltanissetta ma anche in altre realtà, dove il movimento antimafia e attivo e poggia le basi sulla passione e l’impegno civile dei volontari. Di chi, come Eugenio Di Francesco, ha deciso di spendersi per gli altri. Per il trionfo della legalità, del bene sul male, in una lotta impari ma coraggiosa contro il crimine organizzato. In ogni sua forma.