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A LICATA | Fratelli Mendola

Calcio: non ci fu violazione del Daspo, assolti ex presidente e dirigente del Gela. Furono trattenuti per un giorno


di Redazione

Calcio: non ci fu violazione del Daspo, assolti ex presidente e dirigente del Gela. Furono trattenuti per un giorno
attualità
7 Feb 2021

Non vi fu una violazione del Daspo stante al verdetto pronunciato dalla seconda sezione del Tribunale di Agrigento, giudice Fulvia Veneziano, in composizione monocatica: Angelo Mendola 44 anni ex presidente del Gela Calcio è il fratello Emanuele, anch’egli nel precedente board della società biancazzurra sono stati assolti. I fratelli Mendola, entrambi colpiti da un precedente Daspo, vennero arrestati il 18 aprile di due anni fa a Licata, e rimasero agli arresti un solo giorno, poi scarcerati. A bloccarli fu una pattuglia del commissariato di Polizia della città del Faro, nelle adiacenze dello stadio «Dino Liotta». Erano le 16,50 circa e nel terreno di giuoco era in corso la partita di calcio tra Gela e Acireale, nell’occasione in campo neutro. I due dirigenti avevano assistito alla gara dalle finestre di un palazzo vicino, ospiti di un amico. Poco prima del fischio finale scesero dal palazzo e montarono entrambi a bordo della Smart di un loro collaboratore. Sulla piccola vettura fecero un breve tratto (cercavano una farmacia, uno dei due, in fase di deposizione affermò di avere accusato un lieve malore). Si mossero fino a via Salato, per poi arrestare la marcia davanti a una saracinesca dello stadio. Nessuno dei due – dichiararono – aveva intenzione di incontrare o peggio scontrarsi con tifosi e che la saracinesca senza tabelle fosse una vecchia uscita dello stadio proprio non lo sapevano. Decisiva, nel corso del processo, si è rivelata la deposizione di un consulente, l’architetto Giovanni Ranieri, il quale, carte topografiche e fotografie alla mano, ha dimostrato che lo spazio in cui i Mendola parcheggiarono, era al di fuori di qualsiasi traiettoria di transito o deflusso delle tifoserie. E che, inoltre quella saracinesca, dava accesso a una vecchia gradinata inibita al pubblico da molti anni e sbarrata dal di dentro.

«Alla luce del punto – si legge nel dispositivo della sentenza – in cui era parcheggiata l’autovettura e del percorso intrapreso dai Mendola tanto più attesa la generalità del divieto contenuto nei Daspo e constatata l’assenza di ulteriori e specifici provvedimenti relativi allo stadio Liotta idonei a circoscrivere le aree inibite non può certamente ritenersi integrata la fattispecie d’accusa. Per tali ragioni gli imputati vanno assolti poiché il fatto non sussiste».

I fratelli Mendola erano difesi dagli avvocati Fabio Fargetta (entrambi), Tonino Gagliano (Angelo) e Antonio Impellizzeri (Emanuele).


Redazione
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