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CASO | Marinnuzza

Niscemi: mattonelle scomparse dal bevaio. Una «manina» ignota ha agito nottetempo


di Alberto Drago

8 Mar 2021

«Che fine hanno fatto le mattonelle di pietra lavica levigata che rivestivano le mura perimetrali interne dell’intera area dell’antico bevaio della Marinnuzza?» Se lo chiedono tanti cittadini.

Tra essi Rosario Buccheri, sensibile ai valori ambientali, della salvaguardia dei boschi, dei beni pubblici e degli antichi bevai, poiché reperti storici simbolo dell’antica civiltà contadina ed agro-pastorale. Rosario Buccheri proprio nei giorni scorsi, ha segnalato le condizioni di degrado ed incuria in cui si trovano i bevai di contrada Apa, Cutugno e della Marinnuzza.
E proprio in quest’ultimo bevaio, si è accorto della mancanza di quasi tutte le mattonelle nere di pietra lavica levigata che rivestivano le mura interne dell’intera area che circa 15 anni fa venne completamente ristrutturata e riqualificata (Nella foto grande abbiamo evidenziata in giallo la parte da cui sono sparite le mattonelle).
“Ad occhio e croce ci sono circa 500 metri quadrati di muro dell’intera area dell’antico bevaio della Marinnuzza che sono privi del rivestimento delle mattonelle di pietre laviche levigate”, afferma Buccheri,” mentre in una superficie ancora più ristretta le stesse mattonelle ci sono ancora a chiazze.
Il danno è enorme” aggiunge Buccheri,” quantificabile a oltre 40 mila Euro, poiché avendo interpellato un mio amico muratore sul valore di mercato delle mattonelle, mi ha riferito che il costo a metro quadrato ammonterebbe a circa 70 Euro più il prezzo della mano d’opera che è stata pagata per averle messe a suo tempo.

A guardare”, aggiunge Buccheri,” si ha l’impressione come se qualcuno, approfittando della tenuta ormai debole dei materiali utilizzati per incollare le mattonelle, le abbia rubate staccandole gradualmente dai muri con qualche palanchino.
Se si fossero staccate da sole dai muri per i materiali d’incollaggio ormai deboli, le mattonelle di pietra lavica levigata sarebbero cadute a terra ed ancora visibili.
Invece non ce ne sono e questo lascia desumere che qualcuno le abbia gradualmente rubate procurando un notevole danneggiamento nell’area pubblica del bevaio ed all’intera comunità.
Beni comuni e pubblici”, conclude Rosario Buccheri,” che ancora oggi nell’immaginario collettivo, per mancanza di cultura e senso civico, vengono percepiti da taluni come proprietà di nessuno e per i quali si arrogano anche il diritto di appropriarsene, di rubarli e danneggiarli”.
Anche il sindaco Massimiliano Conti, a conoscenza del fatto aggiunge:” faremo di tutto per contrastare il senso di inciviltà che purtroppo si manifesta a danno dei beni pubblici con controlli mirati.
A nessuno è consentito danneggiare il bene comune di cui sonno proprietari tutti i cittadini, né tantomeno di appropriarsene.
Stiamo predisponendo anche degli interventi di bonifica dell’intera area del bevaio”.


Alberto Drago
Giornalista pubblicista, niscemese doc, ha lavorato in varie redazioni locali e regionali, contribuendo negli anni Novanta alla nascita di Antenna Sud. Impegnato nel volontariato con l’associazione nazionale Carabinieri. Collabora con il quotidiano La Sicilia. Ha fondato e diretto il periodico “L’Appunto”.