Gela: solo 4 positivi nelle 24 ore, si va verso il ritorno in zona arancione. Ecco le variabili, domani la decisione
di Redazione
Resteremo in zona rossa o torneremo in arancione? È la domanda che in molti si pongono in queste ore anche se la risposta, in via ufficiale, non c’è ancora. Domani dovremmo conoscere la scelta del presidente della Regione, Nello Musumeci, che potrebbe rinnovare di altre due settimane il lockdown soft in atto dal 24 aprile o soprassedere, restituendo alla città di Gela il colore arancione comune al resto della Sicilia. Dovremmo tornare in zona arancione anche se la scelta è sul filo di lana. A essa sono legati i destini (e le tasche) di molti concittadini che in queste due settimane hanno dovuto sommare perdite economiche a ulteriori restrizioni. Parliamo, ad esempio, dei titolari di negozi di barbiere, parrucchiere, centri estetici e altre attività non indispensabili (tutte tranne quelle di cui agli elenchi numero 23 e 24 del Dpcm 2 Marzo 2021, rimaste aperte anche in zona rossa). Per non parlare di palestre e piscine, distrutte da una crisi senza precedenti, molte delle quali destinate a non riaprire più i battenti. E che dire dei centri commerciali? Chiusi nei fine settimana da oltre un anno, con la doppia beffa che, a dicembre e per tutto il periodo natalizio, hanno dovuto osservare una quindicina di giornate di chiusura, vedendo i loro bilanci travolti dallo tsunami Covid.
Tornando ai dati, in Asp e Regione quali staranno considerando? Se quelli della prima settimana di zona rossa (24-30 aprile), Gela ha fatto registrare 150 positivi, ben al di sotto del limite dei 189 contagi che costituiscono i famosi 250 casi su 100 mila abitanti rapportati al dato demografico di Gela (75 mila abitanti circa). L’Asp, va detto, disponendo forse di un dato della popolazione più aggiornato, ritiene che il limite massimo sia di 180 e non di 189 casi settimanali su Gela.
Quindi dovremmo tornare in zona arancione.
Saremmo ben dentro i parametri pure considerando la settimana tipo lunedì / domenica, solitamente presa in esame dal ministero della Salute per dividere l’Italia in zone (quindi da lunedì 26 aprile a domenica 2 maggio): Gela, in quei giorni, ha fatto registrare un dato peggiore, 161 positivi, ma sempre al di sotto del limite dei 180 (o 189).
Zona arancione, dunque? Domani sapremo. La decisione del presidente della Regione potrebbe essere condizionata solo dal dato della pressione sugli ospedali. Gela, come noto, da settimane è ben oltre il 30 per cento di occupazione dei posti letto, sia in degenza ordinaria che in rianimazione Covid.
Ma essendoci condizioni di moderata tranquillità in molti Covid Center dei dintorni, questo dato potrebbe favorire il ritorno alla zona arancione.
Ovviamente, in città, c’è chi se ne infischia altamente e continua ad assembrarsi davanti ai bar o nei luoghi di ritrovo abituale, dove l’uso della mascherina è un optional o poco più.
A poco servono le multe, le raccomandazioni e la moral suasion svolta dalle forze di polizia.
Va detto a parziale discolpa dei trasgressori che il caldo è arrivato, 15 mesi di emergenza sono tanti e… non ce la si fa più. Ma purtroppo c’è ancora chi si ammala e finisce in ospedale, se non in rianimazione (un caso questa sera).
Il ritorno in arancione se non in zona bianca, speriamo al più presto possibile grazie alle vaccinazioni, determinerà la fine di un incubo.
Pubblichiamo, infine, il report di oggi, eccolo:
«Nelle ultime 24 ore – scrive l’Asp – riscontro di 18 pazienti positivi al SARS CoV-2, tutti in isolamento domiciliare: 6 pazienti di Serradifalco, 4 di Caltanissetta, 4 di Gela, 3 di Niscemi e 1 di San Cataldo. Ricoverati in degenza ordinaria 2 pazienti di Gela, già isolamento domiciliare. Trasferito dalla UOC Anestesia e Rianimazione in degenza ordinaria 1 paziente di Sommatino. Dimessi dalla degenza ordinaria 2 pazienti di Caltanissetta e 2 di Gela. Deceduto 1 paziente di Caltanissetta positivo al SARS CoV-2. Guariti: 17 pazienti di Caltanissetta, 10 di Niscemi, 8 di Gela, 4 di Acquaviva Platani, 4 di San Cataldo, 3 di Mazzarino, 2 di Sommatino, 1 di Santa Caterina Villarmosa, 1 di Serradifalco e 1 di Resuttano».