Operazione della Guardia di Finanza, decreto di sequestro denaro e beni. Coinvolte due grosse aziende di Gela
di Redazione
C’è un filone gelese nella maxi inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza su presunte compensazioni indebite, che vede indagate 19 persone. Su otto di loro l’accusa più grave, ossia, aver fatto parte di un’associazione per delinquere semplice, avente base a Enna, finalizzata alla commissione di «dichiarazioni fraudolente mediante altri artifici», «occultamento e distruzione di documenti contabili» e «indebita compensazione» nell’ambito di lavori edili. Tra i nomi quelli di un imprenditore di Gela, M.C. di 28 anni e uno di Mazzarino, M.M. 50 anni di Mazzarino. Gli altri 11 capi d’accusa citati nel decreto riguardano solo l’ipotesi di indebita compensazione, reato continuato e commesso in concorso e vengono contestati a vario titolo ad altre 17 persone: G.S. 57 anni di Gela, G.I. 65 anni ed L. B. di 45, entrambi di Valguarnera Caropepe, G.G. 66 anni di Ragusa ma residente in provincia di Siracusa, A.A. di 47 anni, di Riposto, G.A. 56 anni di Crotone, I.R. di 42, A.A. di 56 e N.I. di 47, tutti cittadini pachistani residenti in Emilia, M.M. 79 anni di Alassio, M.R. 62 anni, M.R. di 31 e C.R. di 29 tutti di Bergamo, G.P. 77 anni di Zogno, G.F. 67 anni di Desio, D.S. 57 anni di Clusone e M.S. 74 anni di Milano.
A far scattare l’allarme era stata una segnalazione inviata nel novembre scorso dal Nucleo Speciale Entrate della Guardia di Finanza di Roma, relativa a presunte indebite compensazioni di credito riguardanti due società, una delle quali in liquidazione. Da lì, una serie di verifiche incrociate, avevano portato i militari delle Fiamme Gialle a guardare in casa di aziende e società in mezza Italia. Con diverse perquisizioni.
Attraverso analisi condotte sulla banca dati «Serpico» dell’Agenzia delle Entrate erano stati recuperati 187 modelli F24 per un ammontare complessivo di circa 1,5 milioni di euro.
«Analisi – si legge nel decreto di sequestro preventivo, firmato dal Gip di Enna, Luisa Maria Bruno e notificato nei giorni scorsi agli indagati – ha poi reso agevole l’individuazione dei soggetti che avevano utilizzato in compensazione l’inesistente credito Iva» dichiarato da una delle due aziende inizialmente coinvolte, quella in liquidazione, con sede a Enna.
Le società finite sotto la lente d’ingrandimento della Procura di Enna sono nove: due di Gela, alle quali i militari contestano indebite compensazioni per 236 mila euro, alla prima e 67 mila euro alla seconda; le altre aziende coinvolte operano tra la Sicilia, l’Emilia, la Liguria e la Lombardia. Sono quasi tutte impegnate nel campo dell’edilizia, alcune delle quali dal notevole fatturato e posizione economica (una delle gelesi, ad esempio). Ma c’è anche chi operava in altri contesti, come una libera associazione datoriale di agricoltori con sede in Liguria.
Le risultanze di una vasta indagine, condotta dai militari del Nucleo di Polizia Tributaria di Enna, sono state riunite in un unica misura cautelare reale: 25 pagine fitte di nomi (19 indagati) e circostanze che si concludono con il decreto di sequestro di some in danaro, conti correnti bancari e altri beni a carico di 14 posizioni economiche. Otto sono persone giuridiche (aziende) e altre sei riguardano manager o legali rappresentanti che dovranno rispondono personalmente e in solido sino alla concorrenza dell’importo oggetto del provvedimento giudiziario.