Espugnato il «fortino» della droga, 22 arresti. Donna ripresa mentre spaccia con in braccio il figlio di 16 mesi
di Redazione
I Carabinieri hanno tratto in arresto ventidue persone che comandavano una delle piazze di spaccio principali della città di Catania, nel quartiere San Cristoforo. Gli indagati sono complessivamente 25: ventidue in carcere, uno ai domiciliari, tre hanno l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. A capo del gruppo ci sarebbe stato Giovanni Alfio Di Martino che, col supporto del nipote Giuseppe, entrambi arrestati, aveva trasformato la propria abitazione e u gruppo di abitazioni attigue, nella disponibilità della famiglia, in una sorta di compound per lo spaccio, principalmente delle sostanze stupefacenti, cocaina e crack. Alla base c’era un sistema di pusher e vedette organizzati in turni. Un giro da oltre 10 mila euro al giorno. Il «fortino» era «blindato»: difeso da cani di grossa taglia e da un sistema di videosorveglianza e poteva avvenire soltanto attraverso due porte con chiusure di sicurezza. Le indagini condotte dai Carabinieri, coordinati dalla Dda di Catania, sono supportate da riprese eseguite tra i mesi di giugno e ottobre dello scorso anno.
Per chi sgarrava, anche all’interno della stessa organizzazione, erano previste punizioni.
Nelle riprese, messe a disposizione stamane dal comando provinciale dell’Arma, si vedono soggetti costretti a subire derisioni e umiliazioni su ordine del capo, come essere costretti a tuffarsi in un cassonetto dei rifiuti o a farsi avvolgere con del nastro adesivo. Video che poi finivano anche su noti social.
Un ruolo attivo anche sarebbe stato anche quello di alcune donne. Tra loro Silvia Monica Maugeri, la moglie del presunto capo della piazza di spaccio, posta ai domiciliari, ripesa mentre spaccia con il figlio di 16 mesi in braccio. In carcere anche la cognata, Georgiana Xenia Bontu. La nipote, Vita Giuffrida, secondo l’accusa, insieme al compagno Antonino Bonaceto, entrambi arrestati, aveva il compito di rifornire quotidianamente la piazza poco prima delle ore 17, ora in cui supponevano di poter evitare eventuali sequestri di consistenti quantitativi di sostanza stupefacente da parte delle forze di polizia.