Davanti all’ulivo di via D’Amelio, contano i giorni in attesa della verità sulle stragi
di Redazione
Sono passati quaranta giorni da quando, con il loro banchetto, i volontari del movimento Agende Rosse, hanno iniziato la «Scorta per la Memoria» davanti all’Ulivo della Pace, in via Mariano D’Amelio, a Palermo.
Là, dove c’era il cratere lasciato dall’esplosione, nella quale il 19 luglio 1992 persero la vita Paolo Borsellino e i cinque uomini della scorta, oggi c’è un albero d’ulivo che simboleggia la pace tra i popoli, ma è anche un simbolo di legalità.
E giustizia su una storia ancora non scritta del tutto.
Ci accolgono con la loro pettorina rossa, sulla quale sono stampati i nomi delle vittime, che formano l’anagramma della parola Pace. Sono Davide, Rosanna, Alessandra, Simone. Ma potrebbero essere Giovanni, Maria, Paolo: facce pulite, persone splendide. Nei loro cuori arde voglia di verità. Sul banchetto campeggia un calendario sul quale da un lato scorrono i giorni in azzurro, dall’altro, in rosso. Oggi erano 40 – 40: quarata trascorsi da quel I Maggio, inizio della «Scorta», 40 quelli che ci attendono fino al 19 luglio, giorno della ricorrenza.
E loro sono lì. Attendono. Vigilano che quel luogo simbolo della lotta alla mafia non venga deturpato o fatto oggetto di selfie di cattivo gusto.
Ma attendono soprattutto che sia fatta piena luce su quella maledetta bomba.
Nella foto grande, da sinistra, Davide Minio, Simone Cappellani, Rosanna Melilli (coordinatrice), Alessandra Giustiniani.
(L’evento «Scorta per la Memoria» è stato promosso da Salvatore Borsellino e dal Movimento Agende Rosse. Nell’arco di tre mesi volontari provenienti da tutte le parti d’Italia (e d’Europa) sono stati presenti e lo saranno ancora fino all’anniversario della strage. Quell’albero fu piantato per volere di Maria Pia Lepanto, madre del giudice assassinato dalla Mafia: volle che fosse piantato nel luogo in cui, quel tragico il 19 luglio, l’autobomba esplose uccidendo oltre al figlio Paolo i cinque agenti di Polizia Emanuela Loi, Agostino Catalano, Eddie Walter Cosina, Claudio Traina e Vincenzo Li Muli. Antonio Vullo fu l’unico sopravvissuto alla strage. L’obiettivo dell’iniziativa è di custodire questo luogo dando un giorno della nostra vita a chi ha sacrificato la sua vita per noi.
I turni della scorta si svolgeranno ogni giorno al mattino, dalle 10.30 alle 13 e dalle 15 alle 18. Conteranno i giorni, aspetteranno facendo scorta civile a quell’albero, sperando che presto sia fatta piena luce sulla strage di via D’Amelio e sugli omicidi e le stragi di stato – mafia).