Tecnico dell’Eni ha la malaria, rientrava dalla Nigeria. I medici: «Tre casi in meno di un anno»
di Redazione
C’è anche un tecnico dipendente Eni, da poco rientrato dalla Nigeria, nella ristretta ma preoccupante statistica dei nuovi casi di malaria registrati in questi ultimi mesi. Da quando l’ospedale di Gela è divenuto Covid Center tutti i casi di malattie infettive vengono gestiti al Sant’Elia. E in quel reparto, in meno di un anno, sono stati ricoverati tre pazienti con malaria. In tutti i casi registrati l’infezione è stata contratta all’estero. Il dato è stato fornito dal dottor Giovanni Mazzola, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Malattie Infettive dove tutt’ora uno dei tre pazienti, appunto il dipendente Eni, è ricoverato.
Il primo tra i casi riscontrati riguardava un architetto di 52 anni che per motivi di lavoro si era recato in Nigeria. Il paziente aveva contratto una grave forma di malaria da plasmodium falciparum per cui, al ritorno in Italia, aveva accusato febbre elevatissima con iniziale coinvolgimento cerebrale e insufficienza renale acuta grave. Oggi per fortuna è guarito in modo completo e definitivo. Gli altri due casi sono recentissimi: un pilota di aerei di 65 anni che ha contratto il parassita in Gabon, guarito da circa una settimana e un dipendente dell’Eni di 52 anni rientrato dalla Nigeria, dove lavorava, tutt’ora ricoverato.