Gela, virus rallenta ma Gimbe avverte: «Caltanissetta tra le province messe peggio». Zona gialla dipende da Roma
di Redazione
La provincia di Caltanissetta, trascinata dal dato di Gela, è tra le quattro aree italiane con il maggior rischio Covid. Lo rivela l’ultimo studio della Fondazione Gimbe. Nella settimana 28 luglio – 3 agosto, rispetto alla precedente, in tutte le Regioni ad eccezione della Provincia Autonoma di Trento e del Lazio (Regione dove l’attacco hacker ha rallentato l’aggiornamento dei dati) si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi. In 62 province l’incidenza è pari o superiore a 50 casi per 100.000 abitanti e in Emilia-Romagna, Toscana, Umbria e Veneto tutte le Province raggiungono o superano tale soglia. In quattro province si registrano oltre 150 casi per 100.000 abitanti: Cagliari (303), Ragusa (236), Caltanissetta (197) e Lucca (172). “Dopo i primi segnali di risalita – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui servizi sanitari della Fondazione Gimbe – si conferma un netto incremento percentuale dei ricoveri: +36,3% in area medica e +36,5% in terapia intensiva”. In termini assoluti, il numero di posti letto occupati da parte di pazienti Covid in area medica è passato dal minimo di 1.088 del 16 luglio ai 2.196 del 3 agosto e quello delle terapie intensive dal minimo di 151 del 14 luglio ai 258 del 3 agosto, ma al momento le percentuali di occupazione a livello nazionale rimangono molto basse: 4% in area medica e 3% nelle terapie intensive. Tuttavia, si osserva una notevole eterogeneità regionale, segnala il report Gimbe: per l’area medica si collocano sopra la media nazionale Sicilia (11%), Calabria (9%), Campania (6%), Basilicata (6%), Lazio (6%) e Sardegna (5%); per l’area critica risultano sopra media nazionale Sardegna (10%), Liguria (6%), Lazio (5%), Sicilia (4%) e Toscana (4%). “Aumentano gli ingressi giornalieri in terapia intensiva – spiega Marco Mosti, Direttore operativo della Fondazione Gimbe – con una media mobile a 7 giorni di 21 ingressi/die rispetto ai 14 della settimana precedente”.
A Gela, intanto, si registra finalmente un lievissimo calo del contagio (+27). Per contro il numero dei casi totali è di poco sotto a quota mille (947) mentre il 2 agosto aveva registrato il picco massimo di questi 16 mesi di epidemia con 992 casi.
Ecco il report di oggi: «Nelle ultime 24 ore riscontro di 75 pazienti positivi al SARS CoV-2, tutti in isolamento domiciliare: 27 pazienti di Gela, 25 di Niscemi, 10 di Mazzarino, 10 di Caltanissetta, 1 di Resuttano, 1 di Santa Caterina Villarmosa e 1 di Vallelunga Pratameno. Ricoverati in degenza ordinaria 3 pazienti: 1 di Mazzarino, 1 di Gela e 1 proveniente da fuori provincia. Dimessi dalla UOC Malattie Infettive 2 pazienti di Gela. Deceduto 1 paziente di Mazzarino. Guariti da Covid-19: 57 pazienti di Gela, 23 di Mazzarino, 3 di Caltanissetta, 2 di Vallelunga Pratameno, 2 di Riesi, 1 di Niscemi e 1 di Serradifalco».
Sicilia verso la zona gialla o peggio arancione? Forse no. A frenare su questa eventualità è il presidente della Regione, Nello Musumeci.
«Dipenderà – dice il governatore – dall’intesa con il nuovo governo nazionale. Il Cts ha espresso alcune proposte che noi riteniamo ragionevoli. Ma sappiamo anche che a Roma, alla Conferenza delle Regioni, è aperto un dibattito per definire il nuovo contesto, quello che emergerà subito dopo il mese di agosto. Lavoriamo – conclude – guardando da un lato al territorio e dall’altro alla prospettiva peggiore. Ma sono convinto che con un maggiore senso di responsabilità potremo evitarla e dipenderà da ciascuno di noi».