Gela, ferrovie rimaste al secolo scorso. Fit Cisl: «Sfruttare i fondi del piano di rilancio»
di Redazione
Le ferrovie siciliane? Un disastro. Emblematico il caso di Gela. L’assist però potrebbe arrivare dal Recovery Fund. Lo sostiene con forza Salvatore Pellecchia, segretario generale della Fit-Cisl, a conclusione del XII Congresso della Fit-Cisl Sicilia. «Questa bellissima Isola – dice – ha bisogno di una forte cura del ferro. La Sicilia, come il resto d’Italia, deve cogliere appieno l’opportunità offerta dai fondi legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza. Non c’è occasione migliore per sviluppare la rete ferroviaria. Pensiamo all’avanzamento della Palermo-Catania-Messina, grazie al quale si ridurranno di 45 minuti i tempi di percorrenza tra Palermo e Catania, rispetto alle 3 ore attuali, e aumenterà il numero dei treni/ora».
«Pensiamo – afferma – anche all’elettrificazione della Palermo-Trapani via Milo, della Palermo-Agrigento-Porto Empedocle e al collegamento con l’aeroporto di Trapani-Birgi. Oggi ben il 42 per cento della rete ferroviaria siciliana non è elettrificato: pensiamo alle tratte Siracusa-Gela, Canicattì-Gela e Lentini-diramazione Gela. O alla Palermo-Trapani via Castelvetrano. Non basta, infatti, che l’Isola abbia una rete di aeroporti per rilanciare il turismo una volta che la pandemia sarà finita: i turisti, così come i pendolari, hanno diritto di spostarsi all’interno della regione in modo rapido, confortevole e sostenibile».