Gela sempre più cruciale nella «guerra» del gas. «Snam principale player europeo»
di Redazione
La capacità di importazione di gas dell’Italia è molto flessibile. Lo ha detto l’amministratore delegato della Snam, Marco Alverà, sottolineando che con 33mila chilometri di rete, 8 punti d’ingresso e 17 miliardi di metri cubi di capacità di stoccaggio Snam è «il principale operatore europeo» del settore. In questo scacchiere lo snodo di Gela è sempre centrale, non già per l’approdo del gas libico (4 per cento del fabbisogno italiano) ma anche nell’ottica dello sfruttamento dei giacimenti Argo e Cassiopea, capaci da soli di soddisfare il fabbisogno dell’intera Sicilia e oltre. Dei 75,8 miliardi di metri cubi di metano immessi nella rete nel 2021 il 38 per cento è arrivato dalla Russia attraverso il Tag di Tarvisio (Udine), il 28 per cento dall’Algeria attraverso il gasdotto Transmed di Mazara del Vallo, il 10 dall’Azerbaijan attraverso il Tap a Melendugno (Lecce), il 4 per cento appunto da Green Stream – dalla Libia a Gela – e il 3 per cento dal Nord Europa attraverso Passo Gries (Verbania). A questi si aggiungono il rigassificatore di Cavarzere (Rovigo) con il 10 per cento, l’Olt di Livorno con il 2 e l’impianto di Panigaglia (La Spezia) con l’1 per cento. La produzione nazionale ha coperto il 4 per cento del fabbisogno. Attraverso il Tap di Melendugno la capacità di gas può salire tra 1,5 e 10 miliardi di metri cubi dagli attuali 7,2.