Prete arrestato per pedofilia, c’è un’indagine parallela. Ufficiale dei carabinieri va a processo
di Redazione
Il colonnello dei carabinieri, Saverio Lombardi, è stato rinviato a giudizio dal Gip do Enna, Michele Martino Ravelli, con l’accusa di tentativo di induzione indebita a dare o promettere utilità. Lombardi, in servizio nei carabinieri di Enna, qualche mese fa è stato trasferito a Lecce come capo ufficio del personale. Il rinvio a giudizio, al termine dell’udienza preliminare, presente il procuratore di Enna, Massimo Palmeri. La vicenda è emersa nel corso dell’inchiesta, condotta dalla squadra mobile di Enna e coordinata dalla Procura, sul sacerdote Giuseppe Rugolo, agli arresti domiciliari dal 27 aprile dello scorso anno, per violenza sessuale a danno di minori. Nel corso di una telefonata, intercettata all’epoca dagli inquirenti, tra il colonnello e il vicario del vescovo, Nino Rivoli, Lombardi annuncia una sua visita al vescovo di Piazza Armerina, Rosario Gisana, poiché vuole parlare della vicenda Rugolo. La procura decide così di interrogare monsignor Gisana per comprendere quali siano le ragioni che possano avere portato un ufficiale dei carabinieri a recarsi di sera e in abiti borghesi in vescovado. È proprio il vescovo ad aver riferito che Lombardi sarebbe andato a trovarlo per consigliargli di cambiare avvocato, perché quello scelto dal presule per affrontare la vicenda Rugolo, sarebbe finito in indagini per associazione mafiosa.
«Mi disse – avrebbe riferito il vescovo ai pm – che sarebbe stato meglio cambiare avvocato perché quello che avevo scelto poteva essere coinvolto dentro un’inchiesta per mafia».
Secondo le tesi dell’accusa il colonnello, che andrà a processo il prossimo 5 luglio, in cambio della sua benemerenza avrebbe gradito una nomina a cavaliere del Santo Sepolcro.