Deposito scorie radioattive tra Butera e Riesi, depositata la mappa aggiornata dei siti idonei
di Redazione
Il tema dei rifiuti radioattivi è tornato di forte attualità la settimana scorsa, dopo un’inchiesta de Il Sole 24 ore, conseguente alla definizione aggiornata dei siti potenzialmente idonei a ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. In Sicilia, dopo una scrematura, sono rimaste quattro aree. Due, sono ritenute «idonee», ovvero la vicina Butera e Calatafimi (nel Trapanese), anche se, in termini reali le aree definite «particolarmente idonee» si trovano nel nord Italia. Piemonte in particolare. In tutta Italia sono 67 le aree inserite nella mappa di Sogin.
I rifiuti radioattivi si producono ogni giorno e le sorgenti nucleari sono moltissime, in ogni località del Paese, anche, ovviamente, in Sicilia. E da qualche parte bisogna conferirle. Provengono dalla dismissione delle quattro centrali nucleari in esercizio fino al 1987, dalla medicina nucleare (terapie oncologiche, diagnostica) e dall’industria (parafulmini, allarmi antincendio).
Il nuovo deposito nazionale dovrebbe ospitare circa 100 mila metri cubi di rifiuti radioattivi.
Una volta individuata l’area, verrà realizzato in quattro anni. Costo del finanziamento: poco meno di un miliardo di euro.
La mappa, ovvero, la Carta nazionale delle aree idonee (Cnapi), martedì 15 marzo scorso è stata trasmessa al ministero della Transizione ecologica. È ancora riservata, quindi, non consultabile. Verrà prima esaminata dall’ispettorato nazionale per la Sicurezza nucleare e la radioprotezione e, successivamente, pubblicata attraverso un decreto congiunto dei ministeri della Transizione ecologica e delle Infrastrutture. Dopodiché, si apriranno le candidature per la località che vorranno ospitare il deposito.
Il Sole 24 Ore osserva che comunità in cui verrà realizzato il deposito potrebbe guadagnarne in ricchezza e benessere, visto che sarà realizzato anche un parco tecnologico dedicato alla ricerca sui rifiuti nucleari. Tuttavia il tema è molto divisivo e forte la contrarietà è stata espressa nei mesi scorsi dai territori selezionati quali possibili sedi del deposito.
Tra esse anche Butera e la vicina Riesi. L’area scelta tra quelle possibili, nome in codice CL18, ricade in una località in territorio buterese ma a solo tre chilometri dall’abitato riesino.
Il sindaco di quest’ultimo comune, Salvatore Chiantia, aveva espresso forti contrarietà.
«Quest’area – aveva detto a Today24 – dovrebbe essere esclusa. Tuttavia questa possibilità non può indurci a facili entusiasmi, atteso che essendo un’area potenzialmente idonea, potrebbe pur sempre essere scelta. Pertanto, tutti, istituzioni, cittadini, partiti e associazioni dobbiamo fare in modo che ciò non avvenga, in quanto non possono trascurarsi gli effetti rischiosi non solo per la salute, ma anche per l’economia e per il turismo dei nostri territori».