Gela, gas e nuovi piani del governo. Dal metano libico ai giacimenti Argo e Cassiopea
di Redazione
È un piano su più fronti quello che l’Italia sta correndo per diversificare le fonti del gas. Il nome di Gela rimane strategico seppure ancora marginale, tra gasdotto libico e nuove quote che potrebbero arrivare nel triennio dai giacimenti Argo e Cassiopea. «L’obiettivo – scrive stamane il Messaggero di Roma – è, entro l’inverno, riempire gli stoccaggi di 12 miliardi di metri cubi (più 4 di emergenza) per far fronte ai mesi freddi e il prima possibile, nell’arco di due-tre anni, liberarsi della dipendenza dalla Russia. Da Mosca lo scorso anno abbiamo importato 29 miliardi di metri cubi di gas (il 38% dei nostri consumi)».
Il piano del Governo.
GASDOTTI. Il punto di partenza sono i cinque gasdotti che raggiungono l’Italia a Mazara del Vallo, in Sicilia (Transmed), a Melendugno, in Puglia (Tap), a Gela, in Sicilia (Greenstream), a Passo Greis, in Piemonte (Transitgas) e a Tarvisio, in Friuli (il Tag, da cui arriva il gas russo attraverso l’Ucraina). -ALGERIA. L’accordo con l’Algeria, che e’ il secondo fornitore italiano dopo la Russia, porta forniture in crescita graduale attraverso il gasdotto Transmed fino ad altri 9 miliardi di metri cubi nel 2023-2024.
ALTRE FONTI. Quote di gas sono attese dall’Azerbaigian, meta della precedente missione diplomatica, attraverso il Tap. Il governo azero potrebbe fornire altri 2,5 miliardi di metri cubi di gas naturale fino a 9,5 miliardi. È inoltre in corso un’analisi di mercato per il raddoppio del gas trasportato fino a 20 miliardi di metri cubi che, in caso di esito positivo, richiederebbe circa 4 anni per la realizzazione, senza bisogno di nuove infrastrutture.
Dal terminale di Gela potrebbero confluire ulteriori forniture, seppure di minore dimensione. Attraverso Greenstream l’Italia importa 3,2 miliardi di metri cubi, ma ha, secondo il governo, una capacità attualmente massimizzata.
Dal Qatar, che è il primo fornitore in Italia di gas naturale liquefatto (gnl) e dall’Egitto, si prevede possano arrivare miliardi di metri cubi aggiuntivi nel 2022 e 5 miliardi nel 2023, mentre, altri 5 miliardi, giungerebbero dal Congo nel 2023-2024. Nuovi flussi aggiuntivi sarebbero dagli Stati Uniti, come ha promesso il presidente Joe Biden all’Unione europea, attraverso navi metaniere.
Per rendere fruibile il metano liquido bisogna realizzare nuovi rigassificatori. Un progetto, il cui iter è in fase avanzata, sarà realizzato nella vicina Porto Empedocle. Nell’immediato, far fronte alla crisi, saranno aumentate di 6 miliardi di metri cubi le quantità trattate nei tre impianti esistenti a Panigaglia, al largo di Rovigo e Livorno.
Nuovi progetti di energie rinnovabili, fino a 8 gigawatt l’anno potrebbero portare a un risparmio di 3 miliardi di metri cubi di gas naturale all’anno, ma hanno bisogno di tempo per la realizzazione e l’adeguamento della rete. C’è poi lo sviluppo del biometano, tecnologia accreditata di 2,5 miliardi di metri cubi l’anno.
«Un aiuto all’indipendenza energetica – riporta Ansa.it – arriverà anche dall’aumento della produzione nazionale di 2,2 miliardi di metri cubi in aree quali Gela, attraverso i nuovi giacimenti Cassiopea, nel Canale di Sicilia e Marche».