Caccia irrompe con un boato sul cielo sopra Gela. «Forse un test radar a bassa quota»
di Redazione
Un fortissimo rombo ha squarciato la tranquillità mattutina di Gela e dei suoi dintorni. Non un tuono, nessuna turbolenza improvvisa, solo un velivolo militare (si direbbe un caccia ricognitore) in sorvolo a bassa quota. Nessun pericolo, nessun allarme. Solo la consapevolezza che Gela è spazio aereo militare. A 22 chilometri c’è la più importante base radio europea delle forze Nato, il Muos di Niscemi. A Sigonella, in territorio di Lentini, 75 chilometri a est di Gela, sorge l’aeroporto militare «Cosimo Di Palma», sede operativa del 41° Stormo Antisom dell’Aeronautica Militare e base Nato del Mediterraneo.
«Verosimilmente – afferma Vincenzo Scichilone, giornalista, analista indipendente – era un velivolo in esercitazione. Calibrano le sofisticate apparecchiature radar con un passaggio a bassa quota: passano bassi per verificare l’efficienza di rilevazione dei velivoli che possono costituire potenziale pericolo di infiltrazione nello spazio aereo Nato. Il centro di controllo europeo è in Spagna, a Torrejon. Sono procedure che servono per la sorveglianza aerea».
Il velivolo è sfilato stamane intorno alle 10.30. Era un solo aereo, non, come solitamente avviene nelle missioni di routine, in coppia o in squadriglia.
Probabilmente era un caccia intercettore Eurofighter «Typhoon» decollato poco prima dalla base di Sigonella.L’aeroporto militare siciliano resta, infatti, al centro di operazioni militari Nato nel teatro ucraino. Un Boeing «P-8A Poseidon», velivolo da pattugliamento ma in grado di armarsi in funzione antinave, è decollato a inizio settimana alla volta del Mar Nero. Italmilradar ha anche dato notizia di un drone, decollato a inizio settimana, un Callsign «Forte 12», che per 14 ore è rimasto in volo nell’area. Le fonti di Open source intelligence (Osint) riferiscono anche dei voli di aerei CP-140 «Aurora», da pattugliamento, di cui va molto fiera su Twitter la Royal Canadian Air Force, che mostra diversi tecnici impegnati nella preparazione del velivolo nell’ambito dell’operazione Reassurance contro “l’aggressione russa nella regione”.