Gela: l’Arma ricorda il brigadiere Amenduni, medaglia d’oro al valore, trucidato nel 1946
di Redazione
Questa mattina i Carabinieri hanno ricordato il brigadiere Vincenzo Amenduni, medaglia d’Oro al Valore dell’Arma, trucidato nella strage di Feudo Nobile, a pochi chilometri da Gela, nel 1946. La cerimonia si è svolta a Villafrati, nella piazza intitolata al militare eroe, originario di Ruvo di Puglia, siciliano d’adozione, all’epoca comandante della Stazione carabinieri che aveva sede nelle campagne di Gela. La cerimonia, alla quale hanno preso parte il colonnello Sebastiano Arena, comandante del Gruppo Carabinieri di Monreale, il maggiore Marco Montemagno, comandante della Compagnia di Misilmeri, sindaci, clero e altre autorità, è stata scandita dalle note della Fanfara del 12° Reggimento Carabinieri Sicilia. Amenduni, dopo aver conseguito la maturità Classica, svolse il servizio militare nei ruoli ausiliari dei carabinieri nella Stazione di Villafrati. Nel corso della sua permanenza in Sicilia conobbe la futura moglie, Maria Masi, che sposò dopo aver terminato il servizio di leva e dalla quale ebbe tre figli: Amelia, Michele ed Elvira. Stabilendosi a Villafrati, grazie al titolo di studio conseguito, viene assunto come impiegato nell’esattoria comunale. Nel 1940, dopo l’inizio della guerra, venne richiamato in servizio con il grado di brigadiere e successivamente inviato al comando della Stazione Carabinieri di Feudo Nobile. La mattinata del 10 gennaio 1946, il brigadiere Amenduni intraprese con i propri militari dipendenti un servizio di perlustrazione, spingendosi verso la contrada Giaquinto nei pressi dell’Ex Feudo Nobile, nelle campagne gelesi, nelle quali, all’epoca i briganti tentavano di imporre la loro legge. Arrivati vicino a un caseggiato, denominato Bonvissuto, i militari si trovarono improvvisamente circondati da una numerosa formazione dell’Evis (Bande Armate dello pseudo Esercito Volontario per la Liberazione della Sicilia). Ne seguì un conflitto a fuoco a seguito del quale i carabinieri, dopo aver opposto resistenza, vennnero sopraffatti e catturati. Successivamente i capi della banda armata organizzarono una spedizione per depredare la caserma di Feudo Nobile, successivamente incendiata. I fuorilegge si ritirarono portando con loro tutti i militari, compreso il comandante Amnenduni. La sera del 28 Gennaio 1946 i militari vennero prelevati dai banditi e condotti in una miniera abbandonata ove vennero barbaramente trucidati a raffiche di mitra.
Con il brigadiere Ammenduni persero la vita altri 7 militari dipendenti della stazione di Feudo Nobile: Fiorentino Bonfiglio, Mario Boscone, Emanuele Greco, Giovanni La Brocca, Vittorio Levico, Pietro Loria e Mario Spampinato.