Riesi: albicocche, prezzi al ribasso. «Conviene lasciarle marcire sugli alberi»
di Delfina Butera
Le albicocche rischiano di restare sugli alberi. Il prezzo di vendita di questo succulento frutto, infatti, risulterebbe basso, tanto da costringere molti agricoltori e produttori a non raccoglierle. A illustrare la situazione è la presidente della Cia – Agricoltori Italiani Centro Sicilia Rosalba Migliore: “Un grosso problema che sta affliggendo in questo momento l’agricoltura è quello relativo alla vendita delle albicocche. Al produttore, l’albicocca viene pagata ad un prezzo di 10 centesimi al chilogrammo, nelle piattaforme viene venduta a 70 centesimi al chilogrammo, ma la beffa arriva sugli scaffali di tutti i supermercati, poiché viene rivenduta, fino ad arrivare a un rincaro del 500 per cento. Per questo motivo tanti produttori stanno lasciando il prodotto sulla pianta. Le spese che si sostengono sono molto più alte del prezzo di vendita. Infatti, i prezzi medi di produzione sono 60 centesimi al chilogrammo”.
Per la rappresentante della Cia Centro Sicilia, che comprende le province di Caltanissetta, Agrigento e Enna, l’agricoltore lavora mesi e mesi per preparare il terreno, trapiantare, concimare, irrigare, proteggere le colture e infine rischia di non trovare affatto conveniente raccogliere il prodotto del suo lavoro. “Le aziende sono al collasso – dice Migliore -. Chiediamo aiuto allo Stato, un sostegno per la mancata rendita e soprattutto che venga stabilito un prezzo minimo garantito di vendita per poter affrontare l’attuale campagna. Con un prezzo di vendita così basso non si possono fronteggiare tutte le spese che un’azienda sostiene, ovvero, spese di produzione, gasolio, manodopera, raccolta. Tutto ciò porterà inevitabilmente prima al blocco di raccolta e subito dopo al fallimento delle aziende. A ciò si aggiunge anche la pressante concorrenza estera poiché in Italia entra frutta proveniente da vari Paesi”.