Diverse «istantanee» tra l’ironico e l’indignato ci arrivano in redazione da attenti lettori armati di fotocamera. E abbiamo deciso di pubblicarne alcune. A iniziare da uno «scatto» realizzato probabilmente con un tele zoom. Raffigura cinque ragazzi che, in barba alla carestia d’acqua, al pianeta che soffre e a Siciliaqua che in piena domenica taglia i rubinetti di San Leo, si divertono per mezz’ora (così ci scrive il nostro reporter), sotto il getto delle docce comunali sul lungomare. Per carità, tutti siamo stati ragazzi, ma un po’ di senso civico, no?

Le altre due fotonotizie, riguardano i rifiuti, tema sempre attuale sotto l’ombrellone. Già, quell’ombrellone che una bagnante, tra una Ceres e un pacchetto di patatine, accerchia di incarti, sacchetti e altri rifiuti. Vero è che ogni stabilimento balneare che si rispetti offre il servizio all inclusive e la pulizia finale dell’arenile. Ma perché sporcare?

E se le prime due foto offrono uno spaccato della debolezza umana, peccatucci tutto sommato veniali, in tale novero non possiamo certo inserire quelle condotte che trasudano inciviltà. Come l’ennesimo cumulo di rifiuti fotografato stamattina alle spalle della Capitaneria di Porto.

Ora, possiamo anche prendercela con il comune, la Tekra e… con chi vogliamo.

Ma certe immagini hanno un solo responsabile: il cittadino poco rispettoso.

Fare con ordine la raccolta differenziata cosa costa se non un po’ d’impegno?

Ci sarebbe pure una quarta foto, che non pubblichiamo perché un tantino «forte». Raffigura escrementi disseminati da un incolpevole cane da appartamento. Il quartiere è uno di quelli «bene», ci siamo intesi. La strada è il salotto della città. E la domanda che ci sovviene, a vedere quell’immagine, è sempre la stessa: ma se ami il tuo cane, cosa ti costa portarti dietro il sacchettino?

Scrisse tempo fa un buontempone, sul muro di via Cairoli, una mattina che trovò il marciapiede costellato di escrementi: «Gela, una città dove… i porci portano a spasso i cani».

Comprendiamo ma dissentiamo. Perché sono ormai tanti, compreso chi scrive, a portare il proprio amico a quattrozampe al guinzaglio. Ma sempre con paletta e sacchettino al seguito.