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Da Gela a Riesi, il caldo distrugge i raccolti. «Il Governo intervenga con aiuti concreti»


di Redazione

3 Lug 2022

Da Gela a Niscemi, da Riesi a Butera, si fa sempre più assordante il grido d’allarme lanciato dai produttori agricoli, messi in ginocchio dalla grave siccità. Ieri la colonnina del merurio, nel nostro entroterra, ha fatto segnare picchi di 44-45 gradi. L’agricoltura siciliana sta attraversando una fase drammatica.

E se giorni fa Rosalba Migliore, presidente di Cia – Sicilia centrale, aveva inviato un Sos alla Regione a causa della grave crisi che sta colpendo i frutteti, soprattutto i produttori di albicocche, oggi è il suo collega Francesco Favata, presidente di Cia – Sicilia orientale a paventare una situazione di generale crisi.

«Siamo alle prese – afferma Favata – con una crisi senza precedenti che non sta risparmiando alcun comparto, tra costi di produzione fuori controllo e condizioni climatiche avverse. Le alte temperature di questi giorni, le più elevate degli ultimi 60 anni, stanno creando danni irreversibili alle produzioni e al territorio, preda di incendi devastanti che rendono più povero un paesaggio reso simile in alcuni punti ad aree desertificate».

La Confederazione Italiana Agricoltura intende mantenere l’attenzione ai massimi livelli.

Gli agricoltori dichiarano lo stato di agitazione e sono pronti alla mobilitazione unitaria.

«Chiameremo i governi – afferma Favata – ad assumersi per intero le loro responsabilità».


Redazione
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