Niscemi ricorda la frana del 1997. Il vescovo: «Ferita dolorosa per tante famiglie»
di Alberto Drago
«L’evento calamitoso è stato doloroso per tante famiglie che si sono ritrovate senza casa, per l’identità storica e culturale della comunità del quartiere caratterizzata da buoni rapporti di vicinato e da una vita quotidiana che improvvisamente la Frana ha interrotto.
Al dolore per tutto ciò, la fortuna che la Frana non ha causato vittime e l’unione che bisogna cercare di mantenere come valore della comunità». Queste le parole del vescovo, Rosario Gisana, durante l’omelia della celebrazione Eucaristica che ha presieduto nel quartiere Sante Croci in occasione della ricorrenza del XXV Anniversario della “Frana”.
Il terribile dissesto idrogeologico si verificò il 12 ottobre del 1997 in tutta la fascia collinare Sud di Niscemi e squarciò le mura di immobili adibiti ad attività produttive e tantissime abitazioni del quartiere, compresa l’antica chiesa Sante Croci, i quali vennero successivamente demoliti.
Presenti alla celebrazione commemorativa del XXV Anniversario della “Frana” patrocinata dal Comune e organizzata dalla Chiesa Madre (Parrocchia Santa Maria d’Itria) di cui è parroco don Massimo Ingegnoso, anche il sindaco Massimiliano Conti, gli assessori Pino Stefanini e Marianna Avila, consiglieri comunali, tantissimi fedeli ed abitanti del quartiere, nonché le associazioni Misericordia, Rangers International, Anppe, Carabinieri e gli scout dell’Agesci.
Hanno concelebrato la messa insieme al vescovo mons. Rosario Gisana animata dal coro della chiesa Madre, i parroci don Massimo Ingegnoso, don Filippo Puzzo, don Rocchelio Giuliana e il diacono Salvatore Gueli.
A conclusione della celebrazione Eucaristica è intervenuto il sindaco Massimiliano Conti.
«Quella della Frana – ha detto – ancora dopo 25 anni è una ferita aperta che mi ha indotto in occasione di ogni ricorrenza a scrivere agli Organi dello Stato per la ricostruzione del quartiere ed il completamento dei risarcimenti alle famiglie che hanno perso la casa e pensando anche alla possibilità dell’edificazione di una cappelletta nel luogo andando a ritroso nella storia. Non appena si insedierà il nuovo Governo, il mio impegno sarà quello di recarmi personalmente a Roma per riformulare le richieste».
Nella Chiesa dell’Addolorata è stata poi inaugurata una mostra fotografica delle demolizioni degli immobili pericolanti e dell’antica chiesa (foto del compianto Totò Ravalli), di suppellettili ed arredi sacri appartenenti alla chiesa Sante Croci contenente i simulacri di Gesù Crocifisso e dell’Addolorata che erano posti nell’altare centrale e quelli di Santa Rita e Sant’Alfonso Maria De’ Liguori che erano posti all’interno della chiesa, nonché i candelabri, i portafiori lignei e le antiche litografie della Via Crucis.
La mostra, allestita dai fratelli Alberto ed Emilio Mongelli, sarà visitabile nella Chiesa Addolorata fino a domenica dalle 9.30 alle 12 e dalle 16 alle 20.