Medici in fuga da Caltanissetta e Gela, quarto polo addio? «Paghiamo le scelte dell’Asp»
di Redazione
«Al Sant’Elia di Caltanissetta e al Vittorio Emanuele di Gela i medici fuggono e la situazione precipita inesorabilmente tanto da destare preoccupazione ai sindaci del territorio e all’assessore regionale alla Sanità». Lo dice Salvatore Giunta, consigliere nazionale di Mezzogiorno federato. «Sicuramente esistono situazioni gravi per tutto il comparto medico in specie dei primari e noi, in tempi non sospetti, abbiamo denunciato a gran voce le scelte scellerate dell’Asp 2, quando, in seguito alla pandemia Covid, abbiamo consigliato di dedicare l’ospedale Raimondi di San Cataldo al Covid in modo che il Sant’Elia di Caltanissetta potesse continuare a erogare regolarmente le proprie attività di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione».
«La scelta poco felice dell’Asp 2 ha comportato invece la chiusura di alcuni reparti e il dimezzamento e l’accorpamento di altri. La sospensione dei servizi di prevenzione e di riabilitazione con conseguente ritardo diagnostico terapeutico , soprattutto per i malati neoplastici, hanno reso ancora più grave lo stato delle cose».
«I medici non possono essere considerati, in questo marasma, i responsabili del disastro sanitario e giustamente scelgono di andare via da un nosocomio che mortifica il loro impegno , la loro dedizione e la loro professionalità. È arrivato il momento di dire basta. Le conseguenze di tutto ciò le paga il cittadino che deve ancora una volta scegliere il “viaggio della speranza ” oppure mettersi in lista di attesa per mesi o addirittura per anni per effettuare una visita, un esame diagnostico o un intervento chirurgico. Dove è finito il quarto polo sanitario?»
«Non possiamo più sopportare un sistema sanitario così disastroso e spetta alla direzione dell’Asp 2 e ai sindaci della Provincia porre tutte le attenzioni possibili affinché si superi questo grave momento. Facciamo appello alle organizzazioni sindacali, ordinistiche, associazionistiche, al volontariato e alla politica , perché si faccia chiarezza sui veri motivi di tale disastro».