Gela, apre i battenti Dolce Sicilia. Giovane pasticciere sperimenta sapori e prelibatezze
di Redazione
In principio era solo un foglio di carta, un progetto, il desiderio di un giovane che voleva inventare e inventarsi. Poi, nel tempo c’è stata la formazione sul campo, l’esperienza in pasticceria: Sicilia, Nord Italia, estero; il sostegno della famiglia e della compagna di vita. Nasce così, da un’idea di Orazio Casciana, l’officina dei sapori «Dolce Sicilia». C’è chi va, investe altrove. Lui ha deciso di tornare e sperimentare. Il cioccolato è arte per Ernest Knam, che sia creato da Demel a Vienna o lavorato in una delle città più a sud d’Europa. E proprio qui, a Gela, sui piani di lavoro di un laboratorio, si sperimentano connubi perfetti tra manualità e materia prima.
Vivono insieme varietà di cacao e lievito madre, meringhe e croccanti, zuccheri e caramello. Da sabato tutto questo mondo colorato e goloso ha una sala degustazione e un punto vendita, in via Ruggero Settimo.
«Abbiamo deciso – racconta Casciana – di creare due ambienti distinti ma al contempo unici».
All’ingresso, infatti, ci ospita nella sala degustazione e vendita, l’ambiente pensato per chi vuole concedersi un assaggio sul momento o acquistare un confezione di pasticcini, un cabaret di dolci, un vassoio di paste o una torta. Più avanti nei mesi, nell’idea del titolare, quello sarà anche il posto nel quale abbinare un moscato o un vin santo. O gustare un gelato. Subito a destra, invece, ci si staglia davanti uno spazio più piccolo, dedicato alla caffetteria: una prima colazione rilassate e concettuale oltre che golosa.
Tutto, dall’insegna luminosa agli spazi, sembra studiato per un continuo richiamo alle prelibatezze di questa terra ricca di sapori e tradizione.
Ma è entrando nel laboratorio, nel regno di planetarie e abbattitori, mestoli e spatole, che si comprende la ricerca del progetto. Il disegno di una vita.
«Sentivo – racconta – di costruire qualcosa di buono in questa città. Non immaginate le difficoltà e gli ostacoli, gli ultimi mesi difficili. Ma ho combattuto e adesso eccomi qua, grazie al mio volere e al sostegno della famiglia, sempre al mio fianco».
Primo giorno di apertura, locale pieno. E sono soddisfazioni per uno che ha sempre visto la luce oltre a qualsiasi ostacolo. Noi arriviamo quando c’è un po’ di calma, qualche cliente gusta un caffè, una giovane coppia si concede una pasta, due ragazzi dividono una cioccolata calda.
«Quello del pasticciere – racconta Casciana – non è un mestiere semplice, devi far coesistere tanti elementi. Certamente la materia prima, le ricette, le giuste cotture. Ma anche l’esigenza del cliente, che è il vero giudice e artefice di un successo. Siamo all’inizio di un percorso, abbiamo cominciato con il passo giusto. Ce la mettiamo tutta».
Degustiamo una setteveli in miniatura, un boccone, un finger food in chiave dolciaria: morbido e croccante in abbinata perfetta, un’esperienza quasi zen, mentre il pasticciere descrive l’armonia necessaria tra metodica e prodotto.
Per rendere l’idea infilza un croissant vuoto, lo spacca, ce lo sviscera e racconta, aiutandoci a comprendere gli elementi, dal profumo alla leggerezza.
Equilibrio. Lavoro, tanto lavoro.
«Al mio fianco – dice – ho mia moglie e un gruppo di bravi ragazzi. Crediamo in questa opportunità, nella cultura del lavoro, nel rispetto verso il cliente».
Già, quel rispetto che sul finire del nostro tour dei sapori, lo porta a salutarci con ferma cortesia. Il dovere chiama.
C’è una torta in consegna, un cliente, una festa. La gioia di un dolce. E lui scompare dietro alla porta del laboratorio, pronto a modellare assaggi di felicità per quella festa che attende. Cioccolato e meringa, creme e impasti, sapori e consistenze.
Un mantra. Un equilibrio perfetto.
(Orazio Casciana, nella foto al centro dell’articolo, con la moglie Martina, Giovanni Ballacchino e Francesca Stella; nelle due foto grandi, in alto, il taglio del nastro e l’ingresso di «Dolce Sicilia»).