Raffineria di Gela, modello da esportare. Possibile accordo tra Eni, Euglena e Petronas
di Redazione
Eni, Euglena e Petronas studiano la possibilità di sviluppare e gestire insieme una bioraffineria in una delle più grandi aree petrolchimiche del Sud-est asiatico, sul modello di tecnologia già in marcia da qualche anno a Gela. L’impianto dovrebbe essere realizzato nel Pengerang integrated petroleum complex, nome abbreviato Pic, enorme polo industriale attualmente in espansione nel Distretto di Kota Tinggi, nello stato di Johor, in Malaysia. Per il momento le parti stanno effettuando studi di fattibilità tecnica ed economica per il progetto proposto. Si prevede che la decisione sull’investimento venga presa entro il 2023 e che l’impianto possa essere operativo entro il 2025. La prossimità con la raffineria e con il complesso petrolchimico di Petronas, già esistenti, potrebbe permettere alla bioraffineria di sfruttare la catena del valore integrata nonché i servizi e le strutture presenti nel Pic. La posizione strategica del complesso, con un facile accesso alle principali rotte marittime internazionali, amplierebbe inoltre le possibilità della raffineria allo studio di soddisfare la crescente domanda globale di soluzioni sostenibili. Giuseppe Ricci, direttore generale Energy Evolution di Eni, dice che “per il progetto della bioraffineria da sviluppare insieme a Euglena e Petronas in Malesia, siamo lieti di condividere la nostra esperienza e le tecnologie proprietarie all’avanguardia che ci hanno permesso di realizzare la prima conversione al mondo di una raffineria in bioraffineria a Porto Marghera nel 2014, e di inaugurarne una seconda a Gela, in Sicilia, nel 2019”.
Eni prevede di raggiungere il traguardo della carbon neutrality al 2050 attraverso un percorso di decarbonizzazione che punta a ridurre le emissioni generate lungo l’intero ciclo di vita dei prodotti. Per traguardare l’obiettivo, nell’ambito della mobilità. Il gruppo industriale combina tutte le soluzioni in maniera sinergica: il ruolo dei biocarburanti è decisivo perché rappresentano un vettore energetico in grado di dare un contributo immediato alla decarbonizzazione dei trasporti. L’Hvo, di cui Eni e’ l’unico produttore italiano e il secondo in Europa, puo’ essere utilizzato addizionato al gasolio oppure in purezza in tutte le motorizzazioni omologate: l’Hvo puro al 100 per cento consente di abbattere le emissioni di CO2 (calcolate lungo tutto il ciclo di vita) tra il 60 e il 90 per cento, a seconda della carica utilizzata, rispetto al mix fossile di riferimento. Inoltre, al momento i biocarburanti costituiscono una soluzione concreta anche per la decarbonizzazione del trasporto aereo: l’Eni Biojet e’ il Saf (Sustainable Aviation Fuel) prodotto nella raffineria Eni di Livorno, in sinergia con la bioraffineria Eni di Gela, che viene miscelato al 20 per cento nel carburante Jet Fuel Eni. Inoltre, nell’impianto di Gela, dal 2024 verrà avviata la produzione di ulteriori 150 mila tonnellate/anno di Eni Biojet, in grado di soddisfare il potenziale obbligo di miscelazione del mercato italiano per il 2025.