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Il summit a Butera, arresti nella notte anche a Riesi. Sventato l’omicidio di un architetto


di Redazione

Il summit a Butera, arresti nella notte anche a Riesi. Sventato l’omicidio di un architetto
cronaca
24 Gen 2023

Sette persone sono state arrestate stamane all’alba dai Carabinieri di Palermo. L’indagine, che ha avuto sviluppi e arresti anche a Riesi e Butera, ha colpito non solo i capi della famiglia mafiosa di Rocca Mezzomorreale, già condannati in passato in via definitiva per il reato associativo, ma anche uomini d’onore riservati, rimasti a oggi immuni da attenzioni investigative a causa delle cautele adottate nei loro confronti dal clan. Sette le misure cautelari emesse dal gip di Palermo, Lirio Conti, su richiesta della Dda, accusati a vario titolo di associazione di tipo mafioso ed estorsioni, consumate e tentate, con l’aggravante di aver commesso il fatto al fine di agevolare l’attività mafiosa e di essersi avvalsi della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva.

I provvedimenti sono stati eseguiti a Palermo, Riesi e Rimini.

Emerge, nel corso delle indagini, la condanna a morte decisa nei confronti di un architetto per errori commessi nel disbrigo di una pratica edilizia.

«Sentenza» che sarebbe stata pronunciata da Gioacchino Badagliacca, uno degli arrestati, durante un summit avvenuto quattro mesi fa a Butera.

L’identità del libero professionista, fortunatamente scampato al suo destino grazie alle indagini, è protetta dal massimo riserbo.

«Gli scippo la testa! Anzi, una volta l’ho salutato pure, perché io lo devo ammazzare vero non per scherzo. Ci vorrebbe non salutarlo pure perché io lo devo ammazzare vero, non per scherzo non gliel’ho detto mai». Cosi si esprime Badagliacca, durante un dialogo, avvenuto nel corso di una riunione mafiosa svoltasi nel settembre 2022 a Butera.

I partecipanti parlano liberamente. Sono ignari del fatto che i carabinieri del nucleo Investigativo del reparto Operativo di Palermo, agli ordini del tenente colonnello Salvatore Di Gesare, stanno intercettando e registrando la conversazione in tempo reale, grazie a un sofisticato sistema di microspie.

La potenziale vittima, un libero professionista, avrebbe dovuto essere eliminato per il solo torto di aver commesso – secondo il boss – alcuni errori nella gestione di una pratica amministrativa relativa alla regolarizzazione di un fabbricato di proprietà di Badagliacca.

«Ti prometto una cosa davanti a mio figlio, anche se c’é il pro e il contro l’ammazzo io a (omissis) all’architetto, prima di morire te l’ammazzo io» le parole del boss durante il summit di Butera.

L’ordinanza di custodia cautelare è stata firmata dal dottor Lirio Conti, già capo dell’ufficio Gip di Gela, oggi in servizio a Palermo.


Redazione
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