Gela, ospedale a un passo dal baratro. Il Pd porta il caso all’attenzione del ministro Schillaci
di Redazione
Dal personale con numeri in piena emergenza e fino al costante ridimensionato dei reparti, l’ospedale «Vittorio Emanuele» ritorna all’attenzione della politica nazionale. Mentre è in corso la diatriba tra Caltanissetta ed Enna per il nuovo policlinico, a Gela le viviamo emergenze di base che fanno fatica ad essere coperte. Per questo i Democratici, si rivolgono al ministro della Salute, Orazio Schillaci e alla commissione parlamentare. È in fase di presentazione un’interrogazione, sostenuta da esponenti del Pd tra i quali i parlamentari Anthony Barbagallo e Paola De Micheli. La questione verrà poi messa sul tavolo della commissione. Il raccordo a livello territoriale arriva da Peppe Di Cristina, neo componente della direzione nazionale del Pd. L’elenco dei vuoti in organico è sostenuto. Il pronto soccorso risulta privo di adeguata copertura di medici, la Neurologia è chiusa e non va meglio per la rete stroke. L’Utin non ha mai preso il via, Nefrologia non è operativa da anni se non per il solo servizio dialisi. Gastroenterologia ha un solo medico e le liste d’attesa sono sempre più lunghe. Manca il primario di Chirurgia, non ci sono anestesisti a sufficienza, anche il 118 è sguarnito e l’ambulanza medicalizzata interviene troppo spesso senza medico a bordo. Continua l’assenza dell’emodinamica. Infine si registra la chiusura del centro trasfusionale. Tutte tappe del depotenziamento che i dem porranno all’attenzione del Governo e in commissione.
«Non siamo – afferma Di Cristina – contro il policlinico di Caltanissetta, non è una questione di campanilismo. Oggi però, l’emergenza per l’Asp non può che essere l’ospedale di Gela, che vive in una situazione di grave difficoltà e nei sei anni di governi regionali di destra si è trasformato in una grande astenteria».