Operatori scolastici nel tunnel del precariato. Flash mob nazionale indetto dal Misaac
di Redazione
Un flash mob per richiamare l’attenzione pubblica sulla condizione dei lavoratori impegnati nell’assistenza all’autonomia e alla comunicazione degli alunni con disabilità. Il momento di sensibilizzazione ha unito gli operatori di tutto il territorio nazionale, organizzato dal Misaac, acronimo di Movimento per l’internalizzazione e la stabilizzazione degli assistenti all’autonomia e alla comunicazione. «Ancora una volta – scrivono – il Misaac scende in piazza, questa volta per raccontarci e raccontare all’opinione pubblica chi svolge questo servizio essenziale obbligatorio e universalistico, l’importanza fondamentale della funzione di assistenza all’autonomia e comunicazione in favore degli alunni con disabilità, ai fini del loro diritto allo studio, all’istruzione e all’inclusione».
«L’operatore dell’inclusione – spiegano – che la legge 104 del 1992 definisce e inquadra a tutti gli effetti quale operatore scolastico, deve realizzare l’integrazione e o l’inclusione scolastica degli alunni con disabilità, a supporto della funzione docente. Con un gravissimo errore storico commesso dalla stessa legge 104, pero, due operatori dell’inclusione contemplati dalla stessa disposizione normativa hanno avuto una sorte diversa: i docenti di sostegno internalizzati presso il ministero dell’Istruzione, gli assistenti all’autonomia e comunicazione lasciati alla mercé degli enti territoriali».
Gli operatori denunciano la condizione di gravissimo precariato assistenziale e lavorativo determinato dalla gestione di un servizio scolastico essenziale in capo agli enti territoriali che hanno esternalizzato un servizio essenziale e dato luogo al fenomeno dell’intermediazione di mano d’opera qualificata che sta dissanguando gli enti territoriali.
«Così – affermano – una categoria a elevate competenze professionali vive una condizione di vita lavorativa deprecabile per un Paese civile. Per tutte queste ragioni sosteniamo il disegno di legge 236/2022, che approvato porrebbe fine alla condizione di precariato e condurrebbe tale funzione e gli operatori all’interno di quella che noi definiamo la casa madre, ovvero, il ministero dell’Istruzione e del Merito».
Nella foto in alto un momento della protesta degli operatori.