Gela: metanodotto, Legambiente segnala perdite ed emissioni volontarie di gas
di Redazione
«Il nostro Paese deve diventare l’hub delle fonti rinnovabili e non quello del gas». Secondo Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, quest’ultima sarebbe una scelta sbagliata. Questo anche alla luce delle oltre 150 punti di perdita di metano e fenomeni di venting, il cosiddetto rilascio volontario in atmosfera, riscontrati dall’associazione ambientalista durante la campagna «C’è puzza di gas, per il futuro del pianeta non tapparti il naso». Molti di questi casi sono accaduti lungo il Greenstream, il gasdotto che collega la Libia all’Italia gestito dalla Greenstream BV, una compagnia che vede Eni e Noc (Compagnia petrolifera nazionale libica) azioniste alla pari, e che è tra le infrastrutture che destano maggiori preoccupazione. In particolare, a Gela, presso il terminal di ricevimento del gasdotto, nel corso dei monitoraggi sono stati osservati due importanti casi di rilascio volontario continuo in atmosfera (venting) e 9 altre perdite di vario genere. A queste si aggiungono quelle rilevate in un impianto di regolazione e misura (Remi) dove sono state individuate 12 emissioni di metano, ovvero, due casi di venting e 10 perdite da valvole, tubature e contatori.
Secondo Legambiente, diventare hub delle rinnovabili è possibile attraverso semplificazioni normative, autorizzazioni più veloci e investimenti ingenti su grandi impianti industriali, comunità energetiche, accumuli e reti.