Con un esposto del 27 luglio scorso, consegnato alla Procura di Gela, torno per la terza volta a segnalare lo stato di degrado, lesioni e crolli, in cui versano le Mura di fortificazioni greche di Caposoprano. Una prima volta nel 1992, da semplice cittadino, mediante una pubblicazione
monografica dal titolo: “Gela il sito di Caposoprano nella storia” non soltanto per
spiegare la rilevanza delle Mura ma anche per rendere noto il loro deterioramento ed
evitare che diventasse irreversibile. Una seconda volta nel 1997-98, per dissentire sulla costruenda Caserma dei Vigili del Fuoco, attaccata al parco archeologico di Caposoprano, mediante affissione di un manifesto murale con la dicitura finale “Alla irrazionalità umana non vi è un limite». Sono le parole di Giuseppe Alessi, docente, presidente dell’associazione Culturale Archeo Ambiente di Gela.

«Da 29 anni rappresento l’associazione – scrive – e non potevo limitarmi a pubblicare un post o articoli nei mass media, poiché reputo che il primo compito di ogni associazione culturale dovrebbe essere rivolto alla tutela e alla valorizzazione dei beni culturali. Proprio per questo, ringrazio, per la solidarietà espressa con la firma sull’esposto, a cui sono allegate 6 foto inoppugnabili, il Coordinatore del Csag, Filippo Franzone. Essendo il mattone crudo, cotto al sole un materiale molto fragile è necessaria una manutenzione periodica.

D’altronde, dall’ultimo restauro effettuato dall’architetto Eugenio Galdieri sono trascorsi circa trent’anni». «Se non si interviene opportunamente scomparirà una testimonianza (fine V-III a. C.), che per la maggior parte degli archeologi è considerata come uno dei più grandi ritrovamenti del XX sec. in tutta l’area mediterranea, poiché costituisce uno degli esempi più significativi di architettura militare greca».