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Gela: anguria da Guinnes per il decano dei «melonari». Con una dedica speciale


di Redazione

Gela: anguria da Guinnes per il decano dei «melonari». Con una dedica speciale
attualità
14 Ago 2023

Il decano dei melonari si aggiudica all’asta l’anguria più grossa d’Italia, probabilmente d’Europa. E lei, la reginetta 2023, una bestiola da 121 chilogrammi, varietà Carolina Cross, Rosario Verderame la coccola e la espone nella sua rivendita di via Venezia, all’altezza di Calabrese Marmi. Un mestiere antico e difficile quello dei venditori di angurie: quando tutti si godono le ferie o vanno al mare, loro presidiano le baracchette di vendita, per l’intera giornata, spesso anche di notte, da maggio a settembre.

«Se non hai la passione – dice Verderame – non puoi fare questo lavoro».

Ci accoglie con il genero, Massimo, e ci istruisce sui rudimenti di un mestiere che affonda le radici nel dopoguerra, quando le prime baracche di angurie iniziarono a far capolino sulle strade cittadine.

«Questa anguria record – dice – la dedico a mio papà, vero pioniere dei melonari e a Saro, caro amico che non c’è più».

Furono proprio Bartolo Verderame (zio Vartuliddu) e Rosario Liparoti (Saro, per tutti), venuto a mancare una ventina d’anni fa, i pionieri di questo lavoro, sul finire degli anni Sessanta.

Il papà di Verderame montava in via Venezia, Liparoti in via Verga. E non erano i soli. Negli anni che furono si potevano contare anche una decina di rivendite stagionali. Adesso la grande distribuzione rischia di farli sparire. Oggi, in città, sono rimasti in tre e tengono duro grazie a sacrifici e lavoro.

«Le angurie che vedi – racconta – sono di prima qualità. Nei supermercati e nei discount devi andare un po’ alla fortuna. Poi ci sono le mini angurie, che hanno invaso gli scaffali. Ci sono marchi affermati, quali Perla Nera, che hanno preso piede. La maggior parte di queste varietà dà il meglio di sé tra maggio e giugno. I frutti grandi come questi, invece, sono ottimi fino a settembre. E poi, a dirla tutta, secondo il mio gusto, le angurie di Verderame sono tutta un’altra storia» (e sorride mentre si fa un po’ di auto pubblicità).

Ma come orientarsi, soprattutto a Ferragosto? Qualche consiglio? Come riconoscere un anguria dolce e croccante? Dal colore del picciolo o dal suono che rilascia se vi si picchetta sopra?

«Intanto – dice – smentiamo un falso mito: le angurie sono buone anche dopo Ferragosto. E se posso dire la mia, credo che le migliori siano quelle che maturano tra fine agosto e settembre. Come riconoscere quelle dolci? L’esperienza aiuta, io difficilmente sbaglio, ma è il mio lavoro. Uno degli indicatori di qualità e del grado di maturazione sta nel colore delle striature: più tendono al giallo acceso e più sicuri siamo che l’anguria è buona. Ma poi la cosa migliore è quella di affidarsi al venditore, lasciarsi consigliare».

Ci salutiamo con una foto, accanto alla reginetta, made in Novellara, fiorita e maturata nel tepore della campagna Emiliana e arrivata fino in Sicilia.

Peccato non sia in vendita perché rimasta leggermente danneggiata durante il trasporto.

«L’avrei assegnata – dice – con un estrazione a sorte tra i miei clienti. Il primo numero sulla ruota di Palermo. E l’avrei pure consegnata a domicilio. Peccato non sarà possibile. Ci proviamo l’anno prossimo».

(Nella foto grande, in alto, Rosario Verderame con il genero, Massimo Gravagna, nella loro rivendita di angurie. Al centro dell’articolo, da sinistra, Bartolo Verderame e Rosario Liparoti. Si ringrazia il fotografo Francesco Cerniglia, autore dell’immagine di Liparoti).


Redazione
Today 24 è un quotidiano on line indipendente, fondato nel 2014 da Massimo Sarcuno. Ogni giorno racconta i fatti e le notizie di Gela, Niscemi, Riesi, Butera, Mazzarino e di molti altri comuni del comprensorio. In particolare l’area del Vallone.