Gela: «Rifiutò di versare gasolio in mare, licenziato». Lavoratore rifiuta il cibo da quattro giorni
di Redazione
Chiede di poter lavorare e di poter ricevere quanto gli spetta di diritto un lavoratore di 65 anni, Salvatore Comandatore. Capo barca motorista, ormai fermo da 3 anni, è in serie difficoltà economiche e da cinque giorni staziona davanti al tribunale per chiedere giustizia. Da quattro giorni è in sciopero della fame e ieri si è incatenato. A ricostruire la vicenda è il presidente dell’associazione antiracket di Gela, Salvino Legname, il quale riferisce che Comandatore sarebbe stato licenziato dopo essersi rifiutato di sversare rifiuti speciali (gasolio) in mare.
«Il lavoratore – afferma Legname – è molto scosso. Il tribunale gli ha dato ragione condannando la ditta al reintegro e al pagamento delle mensilità pregresse, circa due anni di stipendio. Da quella sentenza è passato circa un anno e mezzo ma non ha ottenuto quanto disposto dai giudici. Ecco il perché di questa protesta. Salvatore Comandatore ha una famiglia che non riesce a mantenere, sta perdendo la casa».
Nei giorni scorsi avevano espresso solidarietà al lavoratore Marco Maniglia, coordinatore cittadino di «Gela Prima di Tutto», movimento federato con Sud Chiama Nord di Cateno De Luca e Orazio Gauci, segretario provinciale della Filt Cgil di Caltanissetta.
«Sono insieme al lavoratore – le parole di Gauci – facendo sentire il nostro sostegno sulla vertenza. Questo è il momemto della riflessione, del dialogo, della concertazione, di unire le parti controverse ed entrambe fare un passo indietro per risolvere il problema attuale. Non si possono buttare tanti anni di lavoro insieme. La Filt Cgil farà partire nuovamente un tavolo di confronto tra le parti».
(Nella Foto sopra Gauci e Comandatore).