Nella valigia dell’attore ci sono i travestimenti tipici di scena, un po’ di belletto, qualche parrucca. C’è soprattutto la passione per il teatro della commedia dell’arte, anni di studio e sacrifici. Nella valigia di Emanuele Giammusso, menestrello con l’inseparabile Guglielmo Greco, della compagnia l’Antidoto, c’è soprattutto un grande cuore. L’amore per la recitazione, la scrittura, ore e ore trascorse a pensare e fare teatro. In valigia, da qualche giorno, c’è anche un piccolo spazio per l’ennesimo riconoscimento di una carriera infinita, iniziata più di trent’anni fa, quando si trattò di decidere tra le due grandi gioie: il calcio e il teatro. Emanuele scelse il palcoscenico. Un premio, l’ultimo, conferitogli per meriti artistici dalla giuria della XIV Edizione del Festivale dei Principi di Biscari, quale miglior attore non protagonista. «Per essersi calato – recita la motivazione – alla perfezione nel personaggio di Ninu, lavorante barbiere perspicace e dallo spiccato senso dell’humor, attingendo a ogni risorsa della sua sicilianità». La piece, il Barbiere di Sicilia, è stata portata con successo in scena dalla compagnia gelese, sempre pronta a mescolare talento e volontà, in un’avventura che negli anni ne ha fatto una delle realtà di riferimento del teatro brillante dell’Isola.