Gela, variazioni bilancio, Di Stefano: «No allo scarica barile». Il sindaco annuncia replica
di Redazione
«Le variazioni di bilancio, sugli atti che hanno parere negativo dei revisori e del dirigente al Bilancio, che il consiglio è chiamato a votare, sono ufficialmente l’acqua nel deserto ma c’è di fondo una inesattezza concettuale e tecnica che riguarda tutta la narrazione politica e tecnica fatta ieri in consiglio secondo la quale i consiglieri sono i naturali deputati all’approvazione delle variazioni». Lo afferma il leader di Una Buona Idea, ex vicesindaco e già candidato in pectore nell’ennesimo affondo contro l’ex sindaco e alleato di ferro, Lucio Greco. I due scaldano i muscoli in vista delle prossime amministrative, che li vedranno molto probabilmente uno contro l’altro nella corsa per la sindacatura, con almeno altri due ma probabilmente anche più antagonisti.
«Non farò inutili giri di parole – afferma Di Stefano – non è vero che i consiglieri sono gli unici chiamati ad approvare quelle variazioni di bilancio né che la Giunta non possa approvarle piuttosto si è evidentemente scelto di seguire la procedura che coinvolge solo i consiglieri e quindi portare in aula le variazioni. La circolare esplicativa numero 1 del 2021 che regola le norme in materia di variazioni di bilancio dei comuni in gestione provvisoria e che chiarisce la portata dell’articolo 5 della legge regionale 15 Giugno 2021, non ammette interpretazioni differenti benchè si stia cercando di responsabilizzare i consiglieri pure per atti che potrebbero essere approvati dalla Giunta seguendo la “procedura speciale».
«In ragione di questa procedura – dice il leader di Una Buona Idea – infatti, è stata introdotta una norma derogatoria, peraltro destinata a vigere solo per il periodo 2021/ 2023 che consente l’approvazione delle variazioni di bilancio in Giunta ovviamente per non incorrere in perdita di tempo prezioso che potrebbe tramutarsi in danno per l’ente . Il consiglio comunale, ad approvazione in giunta avvenuta, interverrebbe solo per ratificare».
«La Giunta quindi – afferma – non è soggetto spettatore della decisione del consiglio comunale , in realtà è il vero protagonista attuatore dell’approvazione di quelle variazioni di bilancio, se solo lo volesse. La modalità fino ad ora scelta ha prodotto un danno nel danno perché ha solo fatto perdere ulteriore tempo con il rischio di numerosi definanziamenti che , a questo punto, qualora si verificassero , non sarebbero di certo da rintracciare nella mancata approvazione del Consiglio Comunale ma piuttosto nella mancata approvazione in Giunta da parte dell’Amministrazione proprio a mezzo della procedura derogatoria indicata nella nota esplicativa e nella legge regionale. Se avessero approvato in Giunta le variazioni infatti , questo avrebbe permesso intanto di pagare le ditte che ancora attendono la liquidazione degli ultimi sal ed inoltre , alcuni lavori , ad esempio via Navarra non si troverebbero fermi».
«Il cortocircuito creatosi non è ascrivibile a nessun altro, c’è una responsabilità condivisa non univoca come si vuol far credere. La Giunta ritiri gli atti delle variazioni, li approvi in Giunta così da superare l’apposizione dei pareri negativi, non perda ulteriore tempo prezioso oltre a quello già perso e poi li porti in consiglio per la ratifica. Non si chieda – conclude – al Consiglio quello che può fare la Giunta. Ognuno faccia il suo».
E Greco? Incassa il colpo, ma si dice pronto a replicare e ribaltare punto su punto le affermazioni del suo ex vicesindaco. Nelle prossime ore una replica.