Gela: royalties sull’estrazione del gas. Di Stefano: «Battaglia vinta contro disfattismo e ritrosie»
di Redazione
«Il governo regionale ha scelto di dare seguito all’iniziativa politica partita dal territorio la cui ribellione muoveva sostanzialmente da un fatto molto semplice: l’estrazione del gas dalle nostre coste, a partire da “Argo Cassiopea”, non può essere gratuita né dovuta. Infatti, la norma che non aveva trovato spazio nel collegato alla finanziaria di giugno è approdata ufficialmente nella manovra di stabilità». Lo scrive in una nota Terenziano Di Stefano, leader di Una Buona Idea e Civico Lab.
«La precedente disciplina ci disegnava come meri spettatori senza alcun diritto di ricevere le royalties che invece spettavano solo alla Regione e allo Stato. Oggi, con l’approdo della norma nella legge di stabilità , la Città di Gela ha ufficialmente diritto a ricevere parte delle royalties provenienti dalle estrazioni di gas dalle nostre coste. Era esattamente quello che pretendevamo. La quota spettante agli Enti verrà stabilita annualmente con delibera apposita da parte della Giunta Regionale d il diritto in termini di numeri, per i Comuni interessati , è valutabile intorno ai 20 milioni di euro l’anno. L’avevamo definita “norma ossigeno” poiché è innegabile che in questo momento il Comune si trovi in stato di forte difficoltà respiratoria per cui considero l’inserimento della norma nella legge di stabilità, intanto la prova di una concertazione e di un confronto ben riuscito con quei gruppi politici che con i loro riferimenti si sono impegnati in Regione e mi riferisco al Movimento 5 Stelle ma lo considero anche un atto di riscatto politico contro una norma che nulla ci riconosceva in termini di roylaties».
«È il raggiungimento di un risultato peraltro per molti inaspettato o impossibile che oggi si concretizza dando alla Città una nuova prospettiva, lo dico senza inutili proseliti. Lo dico perché quando iniziammo la battaglia per il riconoscimento delle royalties ai Comuni, registravo da parte di molti una certa ritrosìa ad esporsi sul punto e un certo silenzio, spesso accompagnato da una spiegazione di sottofondo a bassa voce : “non si può fare”. Il che rendeva il riconoscimento delle royalties, praticamente un’impresa titanica che non poteva nemmeno essere iniziata. La nostra Città sul “non si può fare “ ha spesso determinato le proprie condanne all’immobilismo. Questo risultato ma in generale anche altri come il Pnrr e le somme introitate dall’ente ,ad esempio per qualità dell’Abitare, comunque raggiunti nonostante i tanti “non si può fare” dimostrano che non bisogna mai credere alle dichiarazioni che uccidono l’entusiasmo politico di una città ed il suo legittimo diritto di andare oltre e di volere di più. Finchè ignoreremo i tanti “non si può fare” che incontreremo sulla nostra via , ci sarà ancora speranza e finché penseremo “si deve fare” e ci impegneremo per rendere possibili le cose a cui altri non credono, renderemo un servizio utile alla nostra comunità».