Gela: aleggia di nuovo lo spettro del mega impianto. Rifiuti e veleni sulle amministrative
di Redazione
Rieccolo, il partito del mega impianto di trattamento dei rifiuti a Gela, sdoganato con terminologie raffinate. Con la sicurezza di tecnologie a freddo o quasi. Ma che impatto ci sarebbe per la salute? Quanti autocarri dovrebbero arrivare in città, giorno e notte transitando sulla via Venezia, carichi di rifiuti? L’asse dei mega inceneritori torna a far aleggiare lo spettro delle due aree, una Termini Imerese, l’altra Gela. La denuncia arriva dalla senatrice Ketty Damante e dalla deputata Daniela Morfino.
E il tema rischia di diventare centrale nella campagna elettorale alle porte.
«Quanti siciliani e quanti calabresi avrebbero votato la Meloni se in campagna elettorale fosse stata sincera? Se avesse detto quello che sta facendo, e cioè: “Avete presente i fondi per la politica di coesione che servono per fare scuole, strade, ospedali, rigenerazione urbana? Ebbene, quei soldi me li prenderò io per fare contenti i miei: da una parte la Lega con il ponte; dall’altra Fratelli d’Italia che è seduta su una barca di soldi e che decide come e quando allocare; e dall’altra ancora Forza Italia con gli inceneritori in Sicilia”» dice la senatrice gelese dei Cinquestelle.
«Mentre l’Europa chiude i famigerati impianti, il nostro governo progetta per la Sicilia un futuro ostaggio di ecomostri ed emissioni nocive che daranno seri problemi di salute ai siciliani e soprattutto alle future generazioni. Tutto questo in dispregio non soltanto dell’Italia, non soltanto della Sicilia, ma soprattutto di due aree di crisi complesse, Gela e Termini Imerese. Ora vi starete chiedendo come mai parliamo di Gela e Termini Imerese. Ebbene, nel 2022 l’allora presidente della Regione Nello Musumeci, con una diretta Facebook, comunicò ai siciliani che finalmente aveva trovato la localizzazione di due potenziali inceneritori e lo faceva senza che l’Assessorato all’energia della Regione siciliana avesse fatto nessun atto, ma lui si sentì in obbligo di comunicare ai siciliani la sconcertante notizia. Uno di questi inceneritori doveva avere sede a Gela e il sindaco neanche lo sapeva. Candidamente l’allora Presidente disse che lo sceglieva lui ma che in effetti gli era è arrivata la manifestazione di interesse di alcune imprese. Perché in Sicilia funziona così: non c’è un piano regionale dei rifiuti sulla base del quale si decide dove collocare gli impianti, ma ci sono le manifestazioni di interesse delle imprese. Soprattutto, oggi dai giornali apprendiamo che il presidente Schifani, governatore della Sicilia, oggi attore di destra, come il suo predecessore, decide che invece forse l’impianto andrà allocato a Termini Imerese, altra area di crisi complessa (solo due ne ha la Sicilia: Gela e Termini Imerese). Questa è la volontà di questo Governo di destra per aiutare questi territori, trasformando la Sicilia intera in un hub dell’inquinamento, dei rifiuti, della “munnizza”, come si dice dalle mie parti. Giorgia Meloni è così: pronuncia belle parole a favore di telecamere e poi agisce in senso diametralmente opposto, appunto l’ornitorinco della politica. Ma il Governo Schifani, come il suo predecessore, ha fatto qualcosa per migliorare la raccolta differenziata in Sicilia? Certamente no. E la Meloni si è chiesta come mai Catania e Palermo sono ancora alla soglia del 20 per cento per la raccolta differenziata? Sapete chi governa la Sicilia dal 2017? Proprio i Governi di destracentro e proprio Catania e Palermo sono governate da soggetti di destra. I siciliani sono per l’ennesima volta traditi da menti finissime al servizio di lobby che guardano esclusivamente al profitto, noncuranti delle macerie che lasceranno e dei gravi danni all’ambiente e alla salute che graveranno sulle generazioni future, sui miei figli, Presidente, e su tutti i figli dei concittadini siciliani».
«Sdoganare gli inceneritori – afferma la deputata Morfino – è lo sfregio definitivo di Giorgia Meloni alla regione Sicilia. Come ho detto pochi giorni fa in aula alla Camera, questo governo vuole fare dell’isola un vero e proprio hub dell’inquinamento: dopo i rigassificatori, per far contento Schifani si dà il là ai progetti folli avviati dal suo predecessore Musumeci, in modo da piazzare due indecorosi ecomostri a Termini Imerese e Gela. E questo è solo l’antipasto: nell’ottica di Schifani, se ne posso costruire tranquillamente degli altri, magari anche per bruciare rifiuti prodotti al di fuori del territorio regionale. Siamo alla farsa: è giusto che i siciliani sappiano che a Meloni e banda non interessa nulla della loro salute, dello sviluppo della Sicilia e del futuro del suo turismo. Per la premier – conclude Morfino – la Sicilia è il luogo ideale per creare una cloaca massima dove si bruciano rifiuti a man bassa. Su questo però Meloni sappia che non avrà tregua dal M5s: ci batteremo in ogni sede perché questo scempio non si attui».