Gela, 93 «occhi» per controllare la città . «Ben venga la tecnologia, reati sono in aumento»
di Redazione
Novantatré sensori puntati sulla citta, capaci di filmare immagini, scansionare targhe di veicoli, cristallizzare scene di reati. Gela è videosorvegliata. Dopo sette mesi di attesa la rete di controllo è finalmente attiva. Questa mattina nella sala riunioni del commissariato di Polizia il prefetto, Chiara Armenia, ha partecipato all’inaugurazione dell’impianto di videosorveglianza realizzato dall’amministrazione comunale. Una procedura lunga e tormentata per mettere in esercizio quello che si presenta come un vero e proprio deterrente contro le azioni della criminalità. «Una cosa semplice – dice il prefetto – è diventata eccezionale, non ci sono meriti per l’impianto di videosorveglianza».
Al fianco del prefetto c’era il sindaco, Lucio Greco, che in questi mesi ha lavorato e investito risorse comunali per la realizzazione dell’impianto, la già presidente della Corte d’Appello, Maria Grazia Vagliasindi, il procuratore generale Fabio D’Anna.
il procuratore distrettuale antimafia Salvatore De Luca ha evidenziato che
«In tutto il distretto la criminalità organizzata può contare su una enorme disponibilità di armi, ma le istituzioni ci sono e si muovono unite» le parole del procuratore distrettuale, Salvatore De Luca.
Sono intervenuti, tra gli altri, il procuratore facente funzioni di Gela Lucia Musti e il presidente del tribunale Roberto Riggio. C’erano anche i vertici di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, il dirigente comunale Tonino Collura, responsabile del progetto. Sono 26 i punti di osservazione già dislocati in varie parti dell’abitato con 93 telecamere ad alta risoluzione. Una rete che sarà allargata e potenziata in futuro grazie alle nuove dorsali a banda larga.