Gela, imprenditrice condannata per bancarotta. Cassazione annulla sentenza con rinvio
di Redazione
Sentenza annullata con rinvio a carico di una quarantenne imprenditrice gelese, accusata e poi condannata per bancarotta fraudolenta sia in primo grado che in Appello. La donna, all’epoca dei fatti ventenne, era a capo di un’azienda locale operante nel comparto metalmeccanico, presso la quale ricopriva la massima carica, ovvero, quella di amministratore e legale rappresentante. Nel corso di un accertamento condotto dalla Guardia di Finanza erano emerse presunte responsabilità a suo carico, segnatamente la distruzione di alcune carte contabili legate alla gestione aziendale. Da qui l’accusa per bancarotta e la condanna.
In realtà, secondo quanto dimostrato dal legale dell’imprenditrice, l’avvocato Joseph Donegani, lei era semplicemente una sorta di prestanome di un altro familiare, vero dominus dell’azienda. Inoltre il difensore ha sollevato davanti ai giudici della Suprema Corte presunte contraddizioni nella formulazione delle accuse, motivazione carente e vizi di legittimità. Tutti rilievi accolti dai giudici della V Sezione Penale della Cassazione i quali hanno annullato la sentenza di condanna con rinvio alla corte d’Appello che dovrà procedere ad allestire un nuovo processo.