Gela: caos sul servizio mensa, Cgil e Filcams chiedono l’intervento del provveditore
di Redazione
La segreteria generale della Cgil e i vertici provinciali della Filcams tornano e alla carica e chiedono riscontro al provveditorato scolastico dopo una lettera risalente a fine febbraio nella quale veniva riferite una situazione caotica legata ai servizi di refezione scolastica a Gela. La nota, stamane, è stata trasmessa per conoscenza anche al prefetto. «In occasione del nostro primo incontro avvenuto a dicembre – affermano Rosanna Moncada e Nuccio Corallo – si era concordato di condividere un percorso, considerato che le problematiche discusse abbisognavano di verifiche e approfondimenti. Preme, infatti, rappresentare che al sindacato risulterebbe che gli istituti scolastici interessati, in piena autonomia e senza rispettare l’iter normativo previsto che indica esclusivamente l’amministrazione comunale come unico ente atto a erogare il servizio di refezione scolastica, svolgano il tempo pieno,
usufruendo di un servizio mensa affidato a ditte esterne». Esiste, quindi, secondo i sindacati, la probabilità che «non vengano eseguiti i necessari controlli in termini di salute e sicurezza del servizio, come ad esempio la tracciabilità degli alimenti, cura e conservazione dei prodotti, preparazione, manipolazione, oltre all’eventuale mancato rispetto delle tabelle dietetiche imposte dal ministero della Salute in riferimento al servizio di refezione scolastica» e che si prospetti, altresì, una «grave situazione a danno dei bambini e delle loro famiglie, aggravate dal costo elevato del servizio stesso».
Cgil e Filcams sollecitano pertanto un incontro, segnalando che in caso di mancato riscontro verranno aditi i percorsi di legge atti a meglio tutelare e salvaguardare la qualità del servizio rivolto ai bambini.
Sullo sfondo c’è anche il destino delle lavoratrici addette al servizio mensa scolastica comunale. La Cgil si è battuta in questi mesi per un accordo di salvaguardia a favore del personale dopo lo stop imposto alla refezione dal sopraggiunto dissesto finanziario dell’ente. Il comune, infatti, non può procedere a nuova gara ma il sindacato spinge affinché superate le difficoltà finanziarie, si possa procedere a nuova gara d’appalto e che la nuova ditta possa attingere dal bacino delle lavoratrici attualmente in stand by.