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ANALISI | Cardinal Kempes

Gela al ballottaggio in attesa di una rinascita. Ma per salvare la città serviranno i super poteri


di Jorge Kempes

Gela al ballottaggio in attesa di una rinascita. Ma per salvare la città serviranno i super poteri
news
11 Giu 2024

Terranova di Sicilia, A.D. 2024. La coalizione di centrodestra non vince e non perde. Sembra quasi un dato ibrido. Vorrei scrivere alla Meloni su questo fenomeno prettamente gelese. Perché il centrodestra trionfa in tantissime realtà locali mentre a Gela quasi quasi si rifiuta di vincere soffrendo di una patologia ereditaria divenuta endemica. Loro, i campioni del centrodestra, sembrano strimpellare le note di Io vorrei…non vorrei….ma se vuoi… inno del celebre e compianto Lucio Battisti contestualizzandola tuttavia al tessuto locale: noi vorremmo…non vorremmo…ma se vogliamo… Come l’atleta che, a un centimetro dal traguardo e dalla gloria olimpica, cade rovinosamente a terra consegnando la vittoria – in questo caso la chance di un ballottaggio – all’avversario che incalza alle spalle. Statistica alla mano, con cinque candidati e 18 liste, il ballottaggio era quasi inevitabile. Il resto l’ha fatta la scissione da Scerra e amici, autori di un bel risultato elettorale. Con due centrodestra in campo la vittoria al primo turno era difficile. Quindi… vorrei ma non posso.

Chiedo facoltà di scrittura, non riesco a dipingere l’affresco in modo diverso, all’anziano cardinal Kempes sia concessa venia e qualsiasi licenza. L’esercito ufficiale del centrodestra arriva al ballottaggio, i dissidenti terzi in graduatoria. Per la pace d’animo del candidato Terenziano Di Stefano che sentitamente ringrazia per il cadeau. L’ex deputato regionale Miguel Donegani, consapevole che con una sola lista difficilmente avrebbe sconfitto le corazzate, sorride a metà per il 7 per cento, poco oltre le 2.500 preferenze. Filippo Franzone ottiene un piccolo exploit, risultato assai positivo. Adesso ci saranno i tempi supplementari. Vince chi azzecca la marcatura corretta: succederà di tutto. Pronti a scommettere le fiches che alla prima discussione sarà crisi politica severa. Più che coalizioni di governo, sembrano la sommatoria algebrica di visioni e prospettive diverse tra loro senza trascurare la partita della presidenza del consiglio e delle commissioni consiliari, le nomine di sottogoverno, incarichi e consulenze: Confusion cantavano gli Electric Light Orchestra, 1979 l’anno di pubblicazione dell’album Discovery. Con la consapevolezza, forse, che il prossimo sindaco otterrà una percentuale inferiore al 50 per cento. Al primo turno tirano la carretta i candidati al Consiglio Comunale, al ballottaggio sarà un conviviale per pochi intimi. Anche sui candidati c’è parecchio da scrivere. Gela si conferma una città al limite del paradosso. Rispetto a cinque anni fa si registra la moltiplicazione del Vangelo degli aspiranti consiglieri comunali che determina invece un calo dell’affluenza rispetto alle amministrative del 2019, quando correva un numero di candidati nettamente inferiore. Dal mio studio privato in via della Conciliazione con una vista mozzafiato sul Vaticano, inizialmente ho una visione romantica sulla riesumata passione dei gelesi per la politica. Non riesco a trovare altre ragioni per giustificare l’enorme quantità di candidati. Passi al setaccio le liste: nominativi per tappare qualche buco, peggio ancora per spezzare il pacchetto di voti dei concorrenti candidando l’amico o il parente, proprio per scardinare la confezione di voti. Questo è lo scenario che riservano le elezioni amministrative. Gela si rialzerà? Dobbiamo chiedere a Max Pezzali di restituirci l’Uomo Ragno. Qualcuno dovrà indossare il suo costume pronto ad arrampicarsi su soffitti e superfici per rilevare il pericolo con la sua capacità di precognizione. L’Uomo Ragno vive a Queens. Il nostro uomo mascherato dovrà sorvolare tra le vie cittadine per risollevare le sorti di una città che dopo la firma del Protocollo di San Martino, è caduta nel vuoto.

In fede
Jorge Mario Alberto Kempes, cardinale di Santa Romana Chiesa.

Post scriptum. Il cardinal Kempes, pseudonimo dietro al quale si cela una penna raffinata di questa amata città, per molti mesi non ha scritto. Ha attraversato valli oscure, facendo i conti con le avversità della vita. Ora è tornato e siamo fieri di poter ospitare i suoi scritti. Con l’occasione di queste poche righe vogliamo rivolgere un pensiero affettuoso anche a un altro amico, Vincenzo Grifasi, portato via da un destino avverso. Era stata la sua matita, anzi il suo muose, a creare le sembianze del nostro opinionista: l’abito cardinalizio, le sembianze del grande campione Mario Kempes. Per questo ennesimo colpo di stile vogliamo ricordare Enzo con un pensiero affettuoso.


Jorge Kempes
Creato cardinale di Santa Romana Chiesa durante il papato di Joseph Ratzinger. Grande appassionato di politica, ha tutti i dischi di Lucio Battisti. E se poi, dietro quell’abito porpora, ci fosse una brillante penna locale che preferisce usare un curioso pseudonimo?