«A livello nazionale siamo al 10 per cento, in Sicilia addirittura al 23,7. Il partito che il presidente Berlusconi ha fondato nel 1994 cammina oggi sulle nostre gambe, nel solco dei valori e del messaggio liberale di sempre». Lo dice Marco Falcone, assessore regionale all’Economia e neo eletto europarlamentare nella sua analisi politica post voto. A Gela gli azzurri si posizionano in una linea di confine: 19,55 per cento alle Europee, poco sotto al dato siciliano e 10,41 per cento alle Amministrative (primo partito). L’assegnazione dei seggi dipenderà dall’esito del ballottaggio. I consiglieri potrebbero essere 4, in caso di vittoria di Grazia Cosentino, ovvero, due in caso di verdetto delle urne favorevole a Terenziano Di Stefano. Ma l’analisi di Falcone è più a carattere regionale.

«Per molti – afferma l’eurodeputato – Forza Italia doveva essere messa in liquidazione. Oggi invece miglioriamo ovunque le nostre percentuali, sia rispetto alle ultime Europee, che alle Politiche. Gli elettori, per quanto ci riguarda, hanno riconosciuto la nostra azione di buongoverno, le battaglie di questi anni. Il popolo azzurro si è così espresso premiandomi con oltre 100 mila voti in Sicilia e Sardegna. Un consenso diffuso ovunque, ottenuto senza apparati alle mie spalle, né protesi artificiali. Ora lasceremo i conti in ordine all’assessorato all’Economia, varando la manovra correttiva con gli aiuti ai Comuni e alle imprese siciliane, per poi a luglio insediarci a Bruxelles».

«Dobbiamo proseguire – dice Falcone – nell’aggregazione di tutti i popolari e i liberali che si riconoscono nel Ppe, caratterizzandosi per il pluralismo e la lealtà nel confronto, sia con gli avversari che negli equilibri interni. Questo sta già avvenendo a Roma, sotto la saggia e determinata guida del segretario nazionale Antonio Tajani. Davanti a noi, infatti abbiamo due obiettivi: rafforzare l’azione in Regione, attraverso uomini autorevoli e realmente rappresentativi del nostro partito, per dare seguito al buongoverno di questi anni e, contestualmente, proseguire nel radicamento di Forza Italia in Sicilia, facendo prevalere il merito e facendo funzionare il partito al meglio, con equilibrio ed equità per tutti. Come ha affermato più volte Tajani – conclude – il partito non è un autobus, né albergo a ore o tantomeno caserma dove vige il pensiero unico».