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ARMI | Sequestrate

Caccia al coniglio selvatico, due condanne. Dovranno anche risarcire il Wwf


di Redazione

Caccia al coniglio selvatico, due condanne. Dovranno anche risarcire il Wwf
attualità
29 Giu 2024

Due cacciatori, padre e figlio, nel novembre di quattro anni fa erano stati sorpresi dalle Guardie venatorie del Wwf a caccia di conigli, con una muta di 9 cani tutti senza microchip e non in regola con l’anagrafe canina. Al controllo i due avevano esibito il carniere costituito da due esemplari appena uccisi. Poiché il mese precedente il Tar, accogliendo il ricorso di Wwf e altre associazioni ambientaliste, aveva sospeso il calendario venatorio nella parte in cui autorizzava proprio la caccia al coniglio selvatico, per i due era scattata la denuncia per abbattimento di mammiferi nei cui confronti la caccia non è consentita. Le guardie zoofile avevano deferito i due cacciatori all’autorità giudiziaria e i carabinieri, intervenuti in supporto al Wwf, avevano sequestrato loro le armi. Nei giorni scorsi, a conclusione del procedimento giudiziario, i due cacciatori sono stati condannati a un’ammenda di 1.200 euro ciascuno, oltre al pagamento delle spese legali sostenute dalla parte civile – l’associazione Wwf Sicilia Centrale – che dovrà anche essere risarcita per il danno morale cagionato dall’illecita uccisione di fauna selvatica. L’episodio risale al 2020 nelle contrade di Acquaviva Platani. «Il giudice ha riconosciuto la responsabilità dei due cacciatori in quanto il divieto di caccia al coniglio – prima stabilito dal Tar e poi recepito dalla Regione con apposito decreto assessoriale di sospensione del calendario venatorio – era stato ampiamente divulgato dagli organi di informazione e riportato sui siti web specializzati».


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